Ucciso al posto del fratello gemello: e’ questa l’ipotesi che si fa avanti per la morte di Domenico Rigante, 24 anni, ultra’ del Pescara ucciso ieri sera con un colpo di pistola dopo l’irruzione in un’abitazione eseguita da sei nomadi, che cercavano il fratello Antonio, riuscito a fuggire.
Secondo la polizia ad uccidere il giovane e’ stato Massimo Ciarelli (29): a fare il suo nome agli agenti e’ stato lo stesso Rigante poco prima di morire in ospedale. L’agguato e’ l’epilogo di una lite avvenuta la notte di lunedi’ scorso a Pescara vecchia, quando Ciarelli ed altri rom si sono scontrati con alcuni ultra’ pescaresi, fra i quali i fratelli Rigante: in quella circostanza Ciarelli avrebbe minacciato Antonio Rigante, dicendo di volergliela far pagare cara. La caccia al killer prosegue non solo presso le abitazioni dei parenti in citta’, ma anche altrove. Nel 2005 Ciarelli era stato arrestato per avere partecipato ad una sparatoria tra due famiglie di rom per una bambina contesa: in quella circostanza si era rifugiato da alcuni parenti a Fossacesia (Chieti). Il delitto ha scosso la citta’ e creato grande fermento nell’ambiente della tifoseria organizzata di cui lo stesso Rigante, nonostante la giovane eta’, era personaggio di spicco: oltre a centinaia di tifosi all’obitorio sono arrivati alcuni tra i giocatori piu’ rappresentativi della squadra come Marco Verratti, Lorenzo Insigne e Ciro Immobile. Grande tensione si respira anche nella zona del porto considerando che la famiglia Rigante, originaria di Bisceglie (Bt), e’ molto conosciuta perche’ proprietaria di un peschereccio. Non a caso tra le forze dell’ordine e’ scattato uno stato di allerta: in Questura confermano che sono in arrivo rinforzi dalle Marche per organizzare meglio il controllo del territorio. Non mancano, da piu’ parti, le polemiche sulla sicurezza in citta’ e sull’attivita’ illecita compiuta da famiglie di nomadi. Secondo il Centro per i Diritti del Cittadino (Codici) ”la criminalita’ ha innalzato il livello dello scontro contro coloro che considera avversari e ci dimostra che non ha piu’ limiti, se vuole ammazza con estrema facilita”’. Concordi sull’escalation di violenza il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, e il segretario provinciale di Pescara de La Destra, Alessandro Baldati. Mentre Pagano auspica ”un intervento concreto delle forze dell’ordine e misure severe contro gli autori dell’orrendo gesto”, Baldati invoca anche un intervento deciso del Comune per l’integrazione delle etnie rom; tra le linee guida proposte ci sono ”il rispetto delle regole, la rieducazione ad un senso civico che attualmente manca, una vita improntata al lavoro e alla non violenza e l’educazione corretta dei figli”. Il presidente nazionale della Fondazione Romani’ e dell’associazione abruzzese Ciliclo’, Nazareno Guarnieri, pur sottolineando che ”il responsabile di questo episodio va preso e messo in carcere, cosi’ come ogni criminale”, ribadisce che ”la comunita’ rom non e’ delinquente: semmai le responsabilita’ sono del Comune e delle istituzioni, in quanto mancano opportunita’ che consentano di evitare l’emarginazione e l’esclusione sociale”.