Per convincere le loro vittime a pagare usavano anche esplosivo al plastico, del tipo “C4” in uso alle forze militari, ma prima di passare agli attentati esplosivi usavano metodi piu’ convenzionali, come aggressioni fisiche violente e plateali.

L’operazione “Vicere'”, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Salerno, ha permesso di smantellare il clan Genovese, attivo nella Valle dell’Irno, che aveva ereditato dai fratelli Forte il controllo delle estorsioni, del mercato della droga e dell’usura. Nell’indagine, avviata tre anni fa, c’e’ la ricostruzione dell’ascesa del clan e dei principali episodi criminali avvenuti tra la fine degli anni ’90 e il 2012. In manette sono finite 8 persone e ad altre 2 e’ stata applicata la misura dell’obbligo di dimora. Ai vertici del clan Sabato ed Elio Genovese, padre e figlio pregiudicati, e Domenico Rago. Con loro, sono stati arrestati esponenti di primo piano come Alessandro De Chiara e Domenico e Aniello Napoli. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Sabato Genovese e Ciro Gaeta. Nel corso delle 18 perquisizioni domiciliari, sono stati sequestrati anche beni immobili e auto, acquistati, secondo gli inquirenti della direzione distrettuale antimafia di Salerno, con i proventi di un vasto giro di usura. Chi ricorreva ai Genovese per un prestito era poi costretto, a pagare tassi d’interesse tra l’80 e il 360% annuo. Emblematico l’episodio di un’aggressione compiuta nella piazza affollata di Baronissi da Domenico e Aniello Napoli, che colpirono piu’ volte con un crik un uomo che si era rifiutato di pagare interessi da capogiro per un prestito ricevuto. L’uomo si era anche rifiutato di seguirli a un appuntamento con i Genovese per concordare la restituzione della somma prestata. L’aggressione cosi’ plateale doveva servire di esempio.

 

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