Una riedizione dell’Unione da un lato o della Casa delle libertà dall’altro non interessa a Pier Ferdinando Casini. Il leader Udc lo ha ribadito anche oggi definendo l’esperienza che portò Romano Prodi a Palazzo Chigi nel 2006 e quella precedente, di cui il suo partito faceva parte, con Silvio Berlusconi premier, “coalizioni morte e fallite”.
Quindi avanti con l’organizzazione dell’area dei moderati, di un contenitore “con politici seri” come Gianfranco Fini e Beppe Pisanu, con “uomini nuovi” e anche con qualche esponente dell’attuale governo come Corrado Passera. Intervistato a ‘Uno mattina estate’ a poche ore dal suo incontro con il premier a Palazzo Chigi, Casini ripete che “l’esperienza Monti non si può archiviare, non va disperso lo spirito di questo governo che grazie allo sforzo di Pd e Pdl ha evitato il baratro e ha ridato credibilità all’Italia”. Di alleanze prima del voto l’Udc non vuole sentirne parlare. La sintonia con Pierluigi Bersani resta: Casini ribadisce che non si può prescindere da una forza come il Pd che ha un forte ancoraggio nel mondo del lavoro. Ma la linea è che se patto con i progressisti deve essere, sarà dopo le elezioni politiche. Una linea oggi condivisa anche da Massimo D’Alema, convinto che il Pd “sarà il pilastro del nuovo governo” e dirà subito che vuole “governare con Sel e Udc” ma “si deve tornare a votare per i partiti”. Tuttavia, un’alleanza elettorale significativa con il Pd sta prendendo forma in Sicilia dove a ottobre si andrà al voto per scegliere il nuovo governatore dopo le dimissioni di Raffaele Lombardo. Oggi il presidente dei senatori dell’Udc e segretario regionale siciliano, Gianpiero D’Alia, ha spiegato che ci sono le condizioni per “un patto civico” con Rosario Crocetta, europarlamentare democratico, ex sindaco antimafia di Gela. D’Alia si dice “convinto che anche il Pd potrà condividere questa nostra opinione” e le prime reazioni di vari esponenti del Pd siciliano sono tutte positive. Manca la parola di Pierluigi Bersani. A livello nazionale comunque, il partito di Casini sembra aver intrapreso un’altra strada. Quella dell’organizzazione dell’area dei moderati e di un’alleanza post elettorale. Certamente col Pd se uscirà vincitore dalle elezioni. In quest’ottica il leader Udc di Nichi Vendola, che con Bersani ha fatto un patto in vista delle prossime elezioni, dice: “Non mi interessa, faccia quel che vuole”. Anche se oggi il leader Udc ha fatto una apertura su un tema su cui Sel e il suo leader sono particolarmente sensibili, le unioni gay: “Chi convive, sia si tratti di persone dello stesso sesso sia di sesso diverso, ha diritto a tutele civili, per l’asse ereditario, le cure mediche e tante altre cose. E’ necessario ci sia una garanzia dello Stato. Il matrimonio tra gay mi trova agli antipodi. Conosco tante persone gay che non ci pensano nemmeno ma ritengono sia una forzatura del radicalismo ideologico di chi va al Gay pride. Ci sono gay che non ci vanno”.