Crescere al sud è di fatto una corsa a ostacoli che inizia prestissimo, dall’asilo nido, con una frequenza di 4 volte inferiore alla media nazionale e di 2 bambini su 100 in Campania e Calabria. Al termine del percorso scolastico, invece, c’è il muro della dispersione con 3 studenti su 10 iscritti nei 5 anni precedenti che mancano all’appello del diploma.

Grande assente in questo tragitto il tempo pieno, con un divario nord-sud enorme: nel 2008 nel Nord-Ovest le classi a tempo pieno hanno raggiunto il 42,6%, nelle regioni del Sud sono ferme complessivamente all’8,6% per scendere al 7,1% nelle isole. I dati sono stati forniti oggi da Fondazione con il Sud e Save the Children, promotori di “Crescere al Sud”, prima conferenza programmatica sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel Mezzogiorno, che si è aperta oggi a Napoli.

Tra gli ostacoli più gravi per i diritti dei minori al sud, l’illegalità diffusa nei 601 comuni ad alta densità criminale manifesta, dove vive il 76% della popolazione. Il coinvolgimento diretto dei minori in reati nel 2007 ha riguardato 14.931 casi. Anche sul fronte delle risorse il quadro è allarmante: basti pensare che i fondi per gli interventi sociali trasferiti dallo Stato centrale alle regioni si sono ridotti tra il 2008 e il 2011 dell’85% (da 1.213,2 milioni a 178,5). Per quanto riguarda la spesa per l’educazione, nel 2008 l’Italia si è collocata al 29.mo posto su 34 paesi secondo le stime dell’Ocse, con il 4,8% del Pil contro una media del 6,1%. Negli ultimi cinque anni il Sevizio Civile nazionale ha visto ridursi di oltre il 60% i finanziamenti, con il conseguente decremento del numero dei giovani in servizio, da 57.119 nel 2006 a 19.412 nel 2010.

Alcune prime proposte lanciate oggi da Save the Children partono dalla richiesta di destinare da qui al 2013 parte della spesa dei fondi strutturali europei a politiche di contrasto della povertà minorile, con misure per il sostegno delle strutture e dei servizi per la prima infanzia, fondamentali per lo sviluppo dei bambini in particolare se provenienti da contesti svantaggiati, l’occupazione delle giovani donne e la riduzione della dispersione scolastica. “Per creare 100.000 nuovi posti in asilo nido o strutture educative per l’infanzia basterebbe solo il 7% dei 29 miliardi di euro dei fondi strutturali non ancora impegnati” ha detto Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children.

“Ma per incidere profondamente sulle opportunità dell’infanzia al sud proponiamo di creare nei comuni ad alta densità criminale aree ad alta densità educativa che, grazie a risorse stanziate da Regioni e Ministero dell’Istruzione, prevedano progetti per l’aumento del tempo scuola, lo sviluppo e la formazione di una coscienza civile, democratica e responsabile fondata sull’educazione ai diritti di cittadinanza, e consentano il potenziamento degli interventi di volontariato, rifinanziando ad esempio il Servizio Civile Nazionale e favorendo i tirocini presso associazioni di volontariato riconosciute”. “Proponiamo la creazione di fondi regionali finanziati dai proventi delle sanzioni pecuniarie inflitte ai responsabili di opere abusive per il recupero delle aree degradate da destinare ai bambini, per il gioco e per lo sport” ha aggiunto.

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