CASAGIOVE – Terremoto politico nel Partito Democratico di Casagiove, dove il coordinatore cittadino e tre esponenti del coordinamento stesso hanno deciso di autosospendersi con un duro documento in cui prendono le distanze dell’appena concluso congresso provinciale. Ecco il testo firmato da Vladimiro Natale portavoce del coordinamento cittadino del PD Casagiovese; Carolina Palumbo, Luigi Granatello, Giuseppe Carlo Comes, componenti il coordinamento. “Abbiamo piena coscienza della gravità della scelta che compiamo, ma quando si negano valori fondamentali e la politica si trasforma in potere allo stato puro non ci sono logiche di appartenenza che possono coartare le coscienze. Estranei e antitetici ai sistemi e ai metodi largamente presenti nella vita del partito in Terra di Lavoro che mostra, forse, conseguenzialmente, serie difficoltà a leggere la gravità della crisi e del degrado della politica; delusi dai risultati di una battaglia congressuale che avrebbe dovuto evidenziare la coniugazione dell’etica con la politica, le idee con la realtà, la verità con l’azione e l’unità con la solidarietà, ma che, invece, ha cristallizzato gruppi di potere, i sottofirmatari, si autosospendono dal Partito. Nella consapevolezza che la crisi, economica, sociale e morale del Paese, dentro la quale si ricomprende la stessa minata credibilità del PD nazionale per dolorose vicende di corruzione, richiede, comunque, in questa fase, il massimo impegno indirizzato a ridare speranza agli italiani e a ribaltare il governo della vergogna. In tal senso, i sottofirmatari, sottolineano: • La difficoltà di sentirsi, in Terra di Lavoro, in un PD bifronte, che abbatte amministrazioni elette democraticamente e dirette da propri militanti, che ha comportamenti tiepidi su enti inutili, clientelari e inefficienti che sprecano risorse pubbliche, che non esprime radicali separatezze dal trasformismo politico, che privilegia la manovra alla politica, che non è percepito come paladino della legalità e della lotta alla camorra, che, chiuso in se stesso, non sa leggere le trasformazioni e non mostra la determinazione necessaria nello schierarsi dalla parte dei deboli, di chi lavora, è precario e paga le tasse, che non sa costruire speranze per i giovani; • L’ impossibilità di avviare qualsivoglia iniziativa nel Circolo di Casagiove, inattivo e condizionato dalle forti incongruenze dell’alleanza amministrativa con il PdL, senza un coordinatore da quattro mesi, con il coordinamento decimato che non riesce a svolgere le sue funzioni; mentre, sopravvivono sotterranei collegamenti di potere pesantemente operanti, dall’esterno del Circolo, anche con decisioni all’insaputa di tutti, sulla realtà locale, che si vuole servile e silenziosa; • La sussistenza di un diritto sacrosanto ad indignarsi quando la verità finisce vittima delle logiche di potere e quando si ignorano articoli di giornali che creano sconcerto tra gli iscritti ma che rimangono senza alcun chiarimento o risposta. Nonostante ciò, i sottoscrittori di questo documento, sono pronti, a continuare la propria attività di testimonianza militante, cominciando con l’assicurare la partecipazione alla manifestazione a Roma del 5 novembre prossimo, che chiama l’Italia degli onesti a contribuire a mandare a casa Berlusconi, divenuto impresentabile e a rivendicare un sussulto d’orgoglio del Paese per uscire dal baratro della crisi con ricchi meno ricchi e poveri meno poveri dentro una società più libera e solidale. Gli scriventi non considerano la loro autosospensione una scelta definitiva, ma un gesto destinato a dare sostegno, nel PD, a quanti credono sia ancora possibile costruire in Terra di Lavoro e a Casagiove una forza politica moderna, libera da incrostazioni ideologiche, che abbia il volto del servizio e non del potere, che sappia selezionare rappresentanze con criteri oggettivi affidati al giudizio degli elettori, che abbia un’anima capace di parlare a chi ha cuore e testa, che sappia preporre il bene comune agli interessi di parte.
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