Se il buongiorno si vede dal mattino, la settimana che si apre domani e che dovrebbe vedere il varo del decreto sviluppo si annuncia decisamente in salita per Silvio Berlusconi, alle prese con i malumori nel Pdl verso Giulio Tremonti.
E’ stato proprio il presidente del Consiglio ad annunciare che il provvedimento arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri entro venerdi prossimo. Ma sul testo il capo del governo non si è minimamente sbilanciato, né sul fronte delle risorse, né su quello degli interventi. Gli scontri e le violenze durante la manifestazione degli ‘indignati’ hanno solo momentaneamente distolto l’attenzione della maggioranza dal nodo che più di altri rischia di strangolare il centrodestra. Basti pensare che al durissimo editoriale di Mario Monti sulle colonne del Corriere della Sera – in cui l’economista non lesina critiche al Cavaliere anzi lo dipinge come il principale ostacolo al salvataggio dell’Italia dalla crisi – risponde Sandro Bondi, ma non tanto per replicare all’ex commissario Ue (anche se ipotizza un suo desiderio di entrare in politica), quanto per sferzare il ministro dell’Economia e il Carroccio. “L’unico modo per confutare il ragionamento di Monti”, sostiene il coordinatore del Pdl, è quello di varare un dl sviluppo che “convinca l’Europa e i mercati” e a tal proposito la “volontà riformatrice” di Tremonti e della Lega è chiamata ad una “prova decisiva”.
Un tema, quello del decreto sviluppo, che si intreccia con quello dei tagli che, nonostante il varo della legge di stabilità, provocano ancora forti malumori. Basti pensare che i sottosegretari Guido Crosetto e Alfredo Mantovano (Difesa e Interno) tornano a protestare contro le sforbiciate di Tremonti: “Il sistema sicurezza non può essere messo sullo stesso piano di altri settori dello Stato, come conferma drammaticamente la giornata di ieri a Roma”. La richiesta è di una “revisione” dei tagli per il 2011. E ciò nonostante da Washington, Ignazio La Russa esulti per la riduzione ai tagli da 400 milioni di euro decisi in Cdm venerdì scorso. Sotto la cenere, quindi, cova nel Pdl un certo scontento. Molti chiedono al capo del governo uno scatto di orgoglio per mettere in un angolo Tremonti. Ma Berlusconi appare molto cauto, in una posizione di mediazione, visto che il titolare dell’ Economia gode ancora del sostegno di Umberto Bossi. Il premier potrebbe tentare di convincere il Senatur a schierarsi con lui, ma è difficile che esponga la maggioranza a nuove tensioni.