A seguito delle disposizioni fiscali introdotte dal disegno di legge di Stabilita’ approvato nelle settimane scorse dal Governo Letta, nel 2014 gli italiani pagheranno 1,1 miliardi di euro di tasse in piu’. A dirlo e’ l’Ufficio studi della Cgia che ha calcolato l’impatto economico riconducibile agli effetti di tutte le nuove voci fiscali introdotte dal ddl di Stabilita’. In buona sostanza, questo bilancio strettamente tributario e’ dato dalla differenza tra le nuove entrate fiscali e le minori imposte e contributi che interesseranno l’anno prossimo gli italiani.

A fronte di poco piu’ di 6 miliardi di euro di nuove entrate tributarie a cui si aggiungono 65 milioni di entrate extra tributarie e altri 135 milioni di riduzione dei crediti di imposta, nel 2014 gli italiani saranno chiamati a versare allo Stato complessivamente 6,227 miliardi di euro di nuove imposte. Per contro, “godranno” di una riduzione delle tasse e dei contributi da versare all’Erario per un importo pari a 5,119 miliardi di euro. Pertanto, la differenza tra i 6,227 miliardi di nuove imposte e i 5,119 miliardi di minori tasse da’ come risultato 1,108 miliardi di euro.

 

“A nostro avviso – dichiara il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – il risultato e’ sottostimato. Corriamo il pericolo che il saldo sia piu’ pesante. Secondo i tecnici del Governo, la Trise, vale a dire il nuovo tributo sui servizi, dovrebbe farci risparmiare un miliardo di euro rispetto a quanto pagavamo di Tares e di Imu. Un vantaggio economico che, purtroppo, rischia di essere eroso dall’azione dei Sindaci. I Comuni, infatti, avranno un’ampia discrezionalita’ nell’applicazione della Trise ed e’ molto probabile che ne inaspriranno il prelievo per lenire le difficolta’ economiche in cui versano, con evidenti ripercussioni negative per i bilanci delle famiglie e delle imprese”. Analizzando le singoli voci la Cgia nota che tra le maggiori entrate spiccano i 2,6 miliardi di euro relativi alle svalutazioni dovute alle perdite dei crediti. Si tratta di maggiori entrate legate al mutamento delle regole che disciplinano il trattamento fiscale delle perdite e delle svalutazioni dei crediti delle banche e delle imprese che operano nel settore finanziario e assicurativo. Le novita’ normative permetteranno in futuro di ottenere dei risparmi di imposta, consentendo a queste imprese di dedurre le perdite in cinque anni. Altri 940 milioni di euro saranno incassati dall’incremento del bollo sul dossier titoli, mentre 804 milioni di euro saranno garantiti dalla rivalutazione dei beni delle imprese. Cio’ vuol dire che gli imprenditori avranno la facolta’ di adeguare il valore dei cespiti a quello di mercato, pagando una imposta sostitutiva. Tra le minori entrate, invece, la Cgia segnala il taglio del cuneo fiscale per un importo di 1,5 miliardi di euro, l’alleggerimento di un miliardo di euro dei premi Inail e un miliardo di euro in meno che i cittadini pagheranno sulla casa con l’introduzione della Trise. Obbiettivo, quest’ultimo che, a nostro avviso, rischia di essere difficilmente raggiungibile. E nel 2015 e nel 2016 le cose dovrebbero andare molto meglio. I saldi sono condizionati da una riduzione delle agevolazioni fiscali pari a 3 miliardi nel 2015 che salgono a 7 miliardi nel 2016. Tuttavia, queste nuove entrate scatteranno solo nel caso il Governo non riesca a tagliare la spesa pubblica per un importo di pari valore. Un obbiettivo che tutti danno per scontato. “Se eviteremo la riduzione delle agevolazioni fiscali grazie al taglio della spesa – conclude Bortolussi – nel 2015 gli italiani potranno contare su un saldo negativo pari a 2,7 e nel 2016 pari a 5,6 miliardi di euro. Se cio’ non si verifichera’, fra due anni ci ritroveremo con un bilancio leggermente negativo pari a 308 milioni di euro, mentre nel 2016 la situazione ritornera’ a essere molto pesante, visto che il saldo sara’ positivo e pari a 1,3 miliardi di euro”.

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