GIUGLIANO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di una mamma della zona costiera di Giugliano: “Una mamma (prima ancora di diventare mamma… circa nove anni fa) ha realizzato il sogno di comprare una casa tutta sua, e lo ha fatto a Varcaturo. Era felice di sposarsi, e con suo marito di creare la propria famiglia. All’epoca hanno acceso un mutuo, è vero, ma i loro figli sarebbero nati e cresciuti circondati dal verde della campagna, tra i frutteti sempre in fiore in primavera, vicino al mare, lontano dallo smog e dal caos di città. Una mamma e un papà hanno investito tutto ciò che avevano, i sacrifici di una gioventù, per ristrutturare la nuova casa, per un bel pavimento lucido, magari il camino (che in città non si può), per avere un bel giardino curato “dove i bambini potranno giocare” pensavano.
Quella mamma, un anno dopo, aspettava il suo primo bambino e progettava per lui un mondo fatto di attenzioni, una sana alimentazione, e tanto amore… ma quando al mattino apriva le finestre della sua casa, invece di aria fresca, entrava uno strano odore, acre, che bruciava alla gola… una puzza che poi ha imparato subito a riconoscere! Uscendo chiedeva alle persone del luogo cosa fosse, da dove provenisse. Qualcuno rispondeva “è una fabbrica qui vicino”, qualcun altro “sono le mandrie”, ma poi venne a sapere di una discarica a pochi metri da casa sua, e poi di un’altra. La mamma pianse perché quando aveva sentito parlare, qualche volta, di Taverna del Re, aveva ingenuamente pensato si trattasse di un ristorante dismesso, e si era sempre chiesta il perché di tanto clamore! Sentiva tremare il pavimento ogni volta che enormi camion bianchi, da una certa ora della notte, passavano puntuali vicino casa sua. A volte sostavano per un po’ e poi ripartivano. Un’altra mamma le sere d’estate chiude ancora la finestra della stanza del suo bambino perché sa che di lì a poco la casa si riempirà, come tutte le notti, di un fumo maleodorante di gomma bruciata e chissà cos’altro. Una mamma piange perché, dopo aver girato tutto il giorno con i sacchetti di spazzatura dietro al cofano dell’auto, poco prima di rientrare casa è stata costretta a buttarla per strada, perché non ci sono i cassonetti… da nessuna parte. Una volta aveva pianto quando alla radio sentì dire ad uno “del nord” che: quelli “del sud” prima buttano la spazzatura per strada e poi si lamentano! La mamma si chiese dove l’avrebbe tenuta lui… a casa sua? Avrebbe voluto rispondergli che, quando avevano aperto l’oasi ecologica a Varcaturo per la raccolta differenziata, ne era stata felice, e che aveva scoperto che era anche più comodo gettare un piccolo sacchetto di umido al giorno, mentre plastica, carta e vetro potevano essere buttate una o due volte alla settimana… avrebbe voluto dirgli della sua frustrazione quando, dopo aver chiesto all’operatore ecologico informazioni su come differenziare i tappi di plastica, lui le aveva risposto di non perderci tempo “tanto alla fine viene mischiato di nuovo tutto e buttato nelle discariche!”. Avrebbe voluto raccontargli anche del tentativo di portarla a 60 Km da casa, per essere sicura che la sua “attenzione” non venisse vanificata… avrebbe voluto dirgli anche del senso di colpa per dopo esserci riuscita solo un paio di volte, perché poi non c’è tempo (nella vita vera)… “sai… la casa, i bambini, la spesa…” Una mamma vorrebbe andare via, portare via i suoi figli… non vuole rassegnarsi alle montagne di spazzatura di ogni tipo, forma, odore e materiale, che i bambini guardano ogni giorno, ormai con l’indifferenza della routine quotidiana. Una mamma vorrebbe rispondere a quelli lontani che sentenziano sempre con la stessa frase “come fanno? io me ne sarei andato!”. Direbbe che anche lei vorrebbe scappare, ma che non è per niente facile quando lo devi fare sul serio. Pensano davvero che si possa fare una valigia, salire in macchina e andare?… si, ma dove? e la casa? che non può e non vorrebbe vendere… e quella specie di lavoro? massacrante e precario, ma che sfama i figli… e la famiglia? la vita, quella vera? Una mamma adesso avrebbe l’età di godersi i frutti di una vita di lavoro e vivere serenamente la sua seconda gioventù, e invece le si sente dire che l’unico modo di salvare i suoi figli sarebbe lasciare il marito qui tra i veleni, a lavorare e trasferirsi con i bambini sul “cucuzzolo di una montagna!” Poi, come se non bastasse, una mattina come tante altre, una mamma porta i figli a scuola e vede una folla di persone in agitazione d’avanti al cancello. Così domanda “cosa è successo?” e le viene risposto che lì fuori… proprio lì a pochi metri dalla scuola è stato sversato dell’amianto… lastre di amianto sgretolato!!! Amianto??!!! Caspita, questa volta è diverso! non si tratta più dell’oasi ecologica autorizzata dal Comune affianco alla scuola, poi utilizzata come discarica a cielo aperto, chiusa e posta sotto sequestro un anno fa con la spazzatura in putrefazione ancora dentro… e nemmeno dell’asfalto incrostato di percolato secco, residuo di montagne di immondizia rimosse mesi fa, che nessuno ha mai pulito né disinfettato, e sul quale sono costrette a camminare con i loro bambini tutte le mattine prima di entrare nel cortile della scuola… Stavolta si tratta di amianto! Allora le mamme cominciano a protestare davvero! Ed è così che ad un tratto succede che una mamma si svegli, e lo fa come se fino a quel momento avesse soltanto sognato di vivere in campagna e si fosse risvegliata nel peggiore degli incubi, uno di quelli dove una volta aperti gli occhi non si può più tornare indietro! Dopo un po’ si sveglia un’altra mamma e un’altra ancora… si domandano perché fino a quel momento hanno desiderato talmente tanto che tutto ciò non fosse vero, che alla fine avevano finito per crederci… Scoprono che quelle voci lontane “rifiuti tossici….. rifiuti nocivi…. veleni… diossina…” non sono più così lontane… adesso le sentono forti! vicine! vicinissime! Così comincia una protesta vera, fatta di “faremo!!! diremo!!!” e si decide tutte insieme di non fare entrare i bambini a scuola… una scuola di quasi 1000 bambini vuota… per un giorno, poi due, tre… una settimana… due settimane. Fino a che le mamme si accorgono che l’ASL e i commissari comunali le fanno diventare spettatrici di una partita di ping pong, scaricando le responsabilità l’uno “contro” l’altro, uniti sono nel temporeggiare per poi non fare niente o sbuffare!!!.. E quindi? ricomincia la protesta!!! e si sentono voci su voci “non portiamo i bambini a scuola!” oppure “mettiamo loro le mascherine!” e anche “le mascherine non servono a nulla contro le polveri sottili… ci vorrebbero le maschere antigas!!!”… maschere antigas??? poi altre voci “non sono i bambini a dover rinunciare allo studio!”… e a poco a poco ricominciano ad accompagnare i propri figli a scuola… mentre lo fanno le senti dire che “tanto lo respiriamo lo stesso… le nostre case sono anch’esse a pochi metri!” dicono che nella vita vera “si deve tornare a lavorare per campare!”. E così.. di colpo… le mamme da vittime passano a farsi la guerra tra loro… “tu non fai niente”… “tu sei sparita”… “tu sei riapparsa”… “tu cosa credi di fare?”… Le mamme però sono tutte uguali, anche quando si scontrano le accomuna l’amore per i figli, e nessuna di loro è disposta a rassegnarsi, non vogliono accettare le parole di chi dice che “le cose non riusciremo a cambiarle”. Perché non hanno scelta! le cose devono cambiare per forza!!! è dei loro figli che si tratta! dei loro bambini… gli stessi per i quali avevano desiderato il meglio, sognato il verde, l’aria pulita di campagna, il mare azzurro (non marrone), i laghetti blu (non fluorescenti)… Perché, quando Dio le ha fatte donne, ha dato loro un istinto di protezione assoluta nei confronti dei loro figli, è la loro natura. Le mamme in protesta PRETENDONO aiuto dalle istituzioni… perché è un sacrosanto diritto… e si chiedono chi avrebbe fatto meglio al posto loro, di certo non quelli il cui “meglio” è stato voltare le spalle… Se c’è qualcuno che davvero avrebbe fatto meglio lo dica cortesemente, perché le mamme non aspettano altro!!! Poi… è anche vero che qualcuna dorme ancora, ma quelle “ormai sveglie” sono anche fiduciose e pensano che prima o poi si sveglieranno tutte… fosse anche quando la “munnezza” gli sarà arrivata fisicamente sotto al naso, succederà… a quel punto di sicuro si sveglieranno…. Sono queste le Mamme in Protesta e del comitato cittadino Giugliano Mare! Loro non strumentalizzano né si faranno strumentalizzare! A loro della politica non importa niente! quella ormai in Italia la fanno i pagliacci… la loro testa è occupata da cose serie! sono mamme “uguali” a tutte le altre mamme di Italia e del mondo… mamme preoccupate, spaventate, arrabbiate, che non sono disposte ad aspettare niente e nessuno! soprattutto quando si tratta della salute della propria famiglia!!!!… che sono pronte invece a cacciare le unghie, se necessario, e che non vogliono più essere mamme in ansia ma “mamme e basta!” e lo vogliono subito… ad horas!
Giugliano, una mamma della fascia costiera