Nella mattinata odierna personale della Compagnia Carabinieri di Vallo della Lucania (SA) e della Stazione Carabinieri di Acquavella (SA), in collaborazione con i militari della Tenenza di Cava de’ Tirreni e delle Stazioni Carabinieri San Gennaro Vesuviano (NA), San Giuseppe Vesuviano (NA) e Ottaviano (NA) hanno eseguito 5 misure cautelari agli arresti domiciliari emesse dal GIP presso il Tribunale di Vallo della Lucania su richiesta del PM Alfredo Greco della locale Procura della Repubblica coordinata dal Procuratore Giancarlo Grippo, per i reati di estorsione, danneggiamento seguito da incendio e sequestro di persona.

L’attività investigativa, interamente condotta dalla Stazione Carabinieri di Acquavella è stata avviata a seguito di un incendio che, in data 22 settembre 2012, ha interessato un’autovettura e un deposito di attrezzature balneari di proprietà di un imprenditore di Casal Velino (SA); ha consentito di dimostrare l’intendimento degli indagati di costringere la vittima a corrispondere somme di denaro non dovute e a cedere loro l’attività imprenditoriale.

I destinatari della misura sono noti pregiudicati originari dei Comuni di Cava de’ Tirreni,  Ottaviano, San Gennaro Vesuviano e San Giuseppe Vesuviano. Il positivo esito dell’attività investigativa è stato possibile grazie all’efficace lavoro svolto dalla Stazione Carabinieri di Acquavella e alla collaborazione della vittima.

Il personale dell’Arma, dopo aver coadiuvato i Vigili del Fuoco a spegnere le fiamme appiccate sull’autovettura e sul materiale sopra indicato, è riuscito a risalire a due persone responsabili dell’atto incendiario. La vicenda traeva origine da un piccolo prestito contratto accordato all’imprenditore da parte di un soggetto dell’hinterland napoletano, il quale ha poi preteso di subentrare nella gestione del lido in cambio di una esigua liquidazione, nettamente inferiore al valore dell’attività turistica. Al diniego della vittima, il pregiudicato, al fine di conseguire il proprio scopo, poneva in atto ripetute azioni di minaccia sia attraverso telefonate che dal vivo  ed ulteriori azioni intimidatorie come ad esempio  danneggiamenti all’abitazione. Non ottenendo quanto illecitamente preteso, uno degli estorsori chiedeva, unitamente ad alcuni conoscenti, poneva in atto ulteriori e più incisive minacce, estese anche ai familiari della vittima. La situazione degenerava ulteriormente sino a quanto l’imprenditore, dopo aver subito ripetuti danneggiamenti dell’abitazione, del lido e della propria autovettura, decideva di dare in locazione la propria attività balneare ad altre persone del luogo. Gli indagati, venuti a conoscenza dell’intento dell’imprenditore, hanno minacciato anche i futuri gestori del lido, nonché i rispettivi legali, che stavano curando l’atto di locazione, affinché l’accordo non andasse a buon fine e per assicurarsi il subentro nell’acquisto del lido.

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