Come previsto il “no” secco a Mario Monti arriva solo dalla Lega Nord. Ma tutti gli altri “sì” hanno comunque due discriminanti principali: la durata che dovrà avere il nuovo governo (a tempo o fino alla naturale scadenza della legislatura?) e soprattutto il programma (seguire solo i dettami della Ue? Mettere mano alla legge elettorale?).

Sono queste le “forche Caudine” attraverso le quali Monti, dopo aver ricevuto l’incarico, dovrà provare a passare indenne. Ma intanto proviamo a riassumere le posizioni in campo, così come annunciate all’uscita dai colloqui con Napolitano e prima delle ore (24, 48?) decisive per le successive trattative con il premier incaricato per il varo del nuovo governo. Le differenze di vedute sono evidenti.

Il Pd ad esempio è favorevole ad un governo dal forte carattere tecnico e di rottura, capace di fare anche un vasto pacchetto di riforme tra cui – e questo rappresenta un enorme ostacolo – quella elettorale. Il Pdl ha tutt’altra posizione: limitare il mandato agli impegni con l’Europa. Mentre l’Idv chiede un termine molto breve alla durata della permanenza di Monti a Palazzo Chigi.

Popolo della Libertà. Il segretario Angelo Alfano: “Abbiamo fatto presente che un governo aperto alla partecipazione non si concilia col moto davvero disdicevole della piazza di ieri, vero attacco personale al presidente Berlusconi. Questo non si sposa con il clima necessario per la nascita di un governo di larghe intese. Ma comunque abbiamo dato l’assenso al conferimento dell’incarico a Monti. Ribadiremo che gli impegni assunti con la Ue rimangono il contenuto essenziale del programma di governo. La durata dell’eventuale esecutivo resta collegato al programma che ci verrà presentato. Sulla composizione, preferiamo l’ingresso di tecnici piuttosto che di politici”.

Partito Democratico. Dopo l’incontro con Napolitano ha parlato il segretario Pier Luigi Bersani: “Per noi l’Italia viene prima di tutto e per questo abbiamo dato al presidente della Repubblica la disponibilità e il nostro impegno per un governo di emergenza e di transizione, per un governo che sia totalmente nuovo a forte autorevolezza e caratura tecnica per affrontare l’emergenza”. E ancora: “Abbiamo consegnato a Napolitano il nostro pieno impegno perché il Parlamento metta mano a urgenti riforme, anche quella elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, la riforma dei regolamenti e altre riforme istituzionali. Tutti temi sui quali abbiamo le nostre proposte”.

Udc-Api-Fli. “Noi auspichiamo la nascita di un governo fino a fine legislatura perché tatticismi e furberie non sarebbero ammessi”, ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che a nome del Terzo Polo riferisce il senso del messaggio portato al Capo dello Stato. I partiti italiani sono al bivio: o speculano sulla situazione sperando in qualche rendita elettorale o si assumono delle responsabilità come noi abbiamo sollecitato per primi e da soli in questo periodo”.

Italia dei Valori. Il partito di Di Pietro attende di conoscere la futura squadra del governo Monti, il programma e, soprattutto, la tempistica, ovvero la durata del nuovo esecutivo per decidere se accordare o meno la fiducia. “Aspettiamo – ha ripetuto l’ex pm – di conoscere la squadra, il programma e i tempi. Ci auguriamo che riesca, noi lavoriamo affinchè si realizzi”.

Lega Nord. “Abbiamo detto no all’ammucchiata. Non hanno bisogno di noi. Staremo all’opposizione. Saremo vigili. Vedremo cosa c’è nel programma”. Queste le parole del leader del Carroccio Umberto Bossi dopo il colloquio con Napolitano.

Union Valdotaine. “Pieno appoggio al tentativo Monti”, dicono Antonio Fosson e Rolando Nicco. “Le elezioni, in un clima sociale ed economico come quello attuale, sarebbero molto pericolose”. Sud Tiroler Volkspartei. “Napolitano pensa ad una persona autorevole e molto competente. E noi questo lo apprezziamo”. Così il deputato Siegfried Brugger dopo le consultazioni con Napolitano. Quanto al futuro governo l’Svp “valuterà provvedimento per provvedimento”.

Mpa. “Pronto a sostenere l’eventuale governo Monti”. Anche i centristi di Raffaele Lombardo appoggiano l’ex commissario Ue. “Dal nuovo esecutivo – ha spiegato il senatore Giovanni Pistorio – ci aspettiamo una attenzione straordinaria ai temi della coesione sociale e nazionale e soprattutto dell’equità sociale e territoriale”.

Partito Socialista Italiano. “Sì a un governo tecnico, ma siano presenti politici nel nuovo esecutivo. E i provvedimenti siano improntati all’equità”, ha evidenziato il segretario Riccardo Nencini.

Fareitalia. Gli ex finiani appoggiano Monti e “un governo composto da tecnici di alto valore con un programma definito sulla linea del rigore e dello sviluppo. L’Italia ha bisogno di riforme, non di elezioni”.

Partito Repubblicano Italiano. Il segretario Francesco Nucara ha espresso “pieno apprezzamento” sul nome di Mario Monti: “Potrà dare voce alle nostre proposte. Già in passato avevamo auspicato il forte contributo che il professor Monti avrebbe potuto dare al paese”.

Popolo e territorio. Il capogruppo Silvano Moffa riferisce il consenso del suo gruppo ad un governo “formato esclusivamente da personalità non riconducibili ai partiti politici. Non mancherà il nostro sostegno se il programma sarà incentrato sui provvedimenti in linea con la lettera all’Europa ed una volta raggiunti quei risultati la parola deve tornare agli elettori”.

Grande Sud. Apprezzamento con riserva, ha spiegato il capo delegazione Arturo Iannaccone: “Monti sembra essere il nome su cui si registrano le maggiori convergenze. Ora attendiamo di conoscere il programma: la fiducia verrà accordata o meno alla luce delle dichiarazioni programmatiche”.

Partito Liberale Italiano. Il rappresentante della nuova componente parlamentare Roberto Antonione ha lasciato il Quirinale senza lasciare dichiarazioni. Con lui nel neonato gruppo ci sono i fuoriusciti del Pdl e del centrodestra Giustina Destro, Giancarlo Pittelli, Fabio Gava e Luciano Sardelli.

Liberaldemocratici. “Pieno appoggio a Monti, senza condizioni”, fa sapere l’ex sottosegretario Donatella Melchiorre. Il nuovo esecutivo, ha aggiunto, dovrà vedere “la piena partecipazione dei partiti politici”.

 

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