NAPOLI – Stop ai privilegi alla provincia di Napoli. Dopo la bufera Asub – i cui amministratori si sono aumentati l’indennita’ – che si e’ abbattuta su palazzo Matteotti, sono piovuti a raffica i commenti da parte dei consiglieri di maggioranza e opposizione, che al momento stanno condividendo all’unanimita’ la decisione del presidente Luigi Cesaro di farli tornare sui loro passi e per questo sul tema delle partecipate ha convocato un tavolo per il giorno 4 novembre.

“Il problema parte da lontano – ha spiegato il capogruppo Pdl, Francesco De Giovanni – questa societa’ e’ stata creata nel 2006 per gli Lsu, e’ stata quindi un ammortizzatore sociale, nata per risolvere problemi sociali e creare sbocchi occupazionali. Ma poi ci sono stati degli sprechi, il fatto si commenta da solo, ora e’ utile fare degli accorgimenti”. “Delle responsabilita’ ne vogliamo parlare?”, ha esordito il capogruppo Udc Alfonso Ascione, che ha aggiunto: “E’ giusto che vengano fuori i responsabili, qualche sindacato ha parlato di presunti tali, ora vogliamo i nomi e cognomi. E aspettiamo il Piano Industriale di tutte le partecipate”. La societa’ e’ stata un ammortizzatore sociale, poi ci sono stati sprechi. L’opposizione dalla sua ha attaccato: “Dal primo giorno del nostro insediamento abbiamo parlato sempre di lotta agli sprechi”, ha sottolineato Livio Falcone, consigliere Pd. Ma i dipendenti del “palazzo” lontani dalla politica, stanno vivendo ore di angoscia. “La legge non sembra essere uguale per tutti, almeno non per noi dipendenti dell’ente provinciale, assunti superando un concorso. In questa situazione ci sentiamo la parte lesa. Dipendiamo tutti dalla stessa struttura, ma i nostri stipendi non sono uguali, anzi sono dimezzati a per mantenere i colleghi delle partecipate. E’ assurdo”. Cosi’ ora dopo ora sta aumentando la tensione negli uffici dei vari piani dell’ente: alcuni impiegati si sentono usati e penalizzati, hanno paura di essere licenziati e annunciano battaglia attraverso i loro sindacati.

 

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