Gli assembramenti per le feste natalizie, mentre la variante Omicron continuava diffondersi in aggiunta alla delta, presentano ora il conto. Se la portata della pandemia è ben espressa dai 196.224 nuovi casi di Covid in Italia segnalati ieri dal ministero della Salute, a rendere drammatica la situazione sono sicuramente le 313 persone che non ce l’hanno fatta (il giorno prima i decessi erano 294). Alcuni di questi, 65 in tutto, sono comunque riferiti ai giorni precedenti (2 in Campania e 25 in Sicilia): di questi, 37 decessi rilevati in Toscana risalgono a verifiche fatte sui casi degli ultimi sei mesi nella provincia di Livorno. Dall’inizio della pandemia l’elenco di chi ha perso la vita per il Covid arriva così a un totale di 139.872. Le regioni dove il virus circola di più sono la Lombardia (41.050 nuovi casi), Campania (27.034) e Veneto (19.811). I nuovi casi totali registrati dal ministero sono stati individuati grazie a 1.190.567 tamponi totali (sia molecolari che antigenici), 184.947 in meno rispetto al giorno precedente (1.375.514). Il tasso di positività si attesta così al 16,5% (martedì era al 16%). Le persone guarite o dimesse dagli ospedali sono complessivamente 5.609.136; 108.198 i soggetti che sono diventati negativi nelle ultime 24 ore (martedì erano 90.456). In totale, i positivi individuati dai tamponi sono 2.222.060 (+87.921 rispetto a martedì). L’aumento dei pazienti sintomatici che hanno bisogno di cure rischia così di far collassare le rete degli ospedali. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono 17.309 (+242, martedì erano +727). Quelli invece in terapia intensiva fino a ieri erano 1.669 (-8, martedì +71). Tra le regioni che continuano ad avere difficoltà a garantire l’assistenza ospedaliera e rischiano di finire in arancione, Piemonte (641.351 casi in totale, +17.147), Liguria (199.947, +5.984), Sicilia (483.432, +13.048), Calabria (133.377, +2.288), Valle d’Aosta (21.887, +622 casi), Marche 165.421, +2.393), Friuli Venezia Giulia (191.975, +4.651), Lombardia 1.641.383, +41.050).

«Il numero crescente dei dati è molto preoccupante ammette Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) anche se bisogna precisare che le valutazioni dei casi andrebbero fatte su base settimanale. È evidente, infatti, che le variazioni giornaliere possono essere legate sia alla trasmissione dei dati che all’effettuazione dei tamponi. Man mano che ci allontaniamo dalle festività rimarca Andreoni sarebbe stato auspicabile vedere una progressiva riduzione sulla numerosità dei casi. Ormai i tempi di incubazione si sono molto accorciati e quindi osservare che ancora i numeri si mantengono alti è un elemento che non può fare stare tranquilli. Tra l’altro, nei prossimi giorni, ci dovremo aspettare un incremento del numero dei decessi. Non dimentichiamo che l’incremento dei casi è anche una testimonianza ulteriore del fatto che gli ospedali sono sotto forte pressione. E lo saranno ancora nelle prossime settimane». «Il numero crescente dei dati è molto preoccupante ammette Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) anche se bisogna precisare che le valutazioni dei casi andrebbero fatte su base settimanale. È evidente, infatti, che le variazioni giornaliere possono essere legate sia alla trasmissione dei dati che all’effettuazione dei tamponi. Man mano che ci allontaniamo dalle festività rimarca Andreoni sarebbe stato auspicabile vedere una progressiva riduzione sulla numerosità dei casi.

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