I ricorsi individuali, sostenuti dalla Fiom, potrebbero partire anche prima delle motivazioni della sentenza di Torino, attese entro 60 giorni. ”E’ una cosa che valuteremo nei prossimi giorni con i nostri iscritti e i nostri delegati”, ha indicato Landini.

Al centro dei ricorsi il licenziamento e la riassunzione sotto una nuova societa’, con diverse condizioni contrattuali, previsto dall’accordo separato non firmato dalla Fiom. Per i metalmeccanici della Cgil si tratta di un ”aggiramento” delle norme sul ”mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda” fissate dall’articolo 2.112 del codice civile. ”Sosterremo le cause individuali di chi nel passaggio alla newco non vuol perdere i diritti che aveva”, dice il leader della Fiom. Che giudica ”inquietante” il fatto che ”la Fiat potrebbe mettere in discussione gli investimenti in Italia”. E’ un problema di ”strategia industriale, che non riguarda solo la Fiom ma il Paese intero”, dice, quello di ”una grande azienda che non accetta di rispettare la legge, che non ci spiega se non per il 5% dove e come vuole investire gli annunciati 20 miliardi, e intanto manda a casa 3-4mila persone, ha chiuso lo stabilimento di Imola, chiudera’ entro l’anno Termini Imerese per spostare la produzione in Polonia. Poi vuole chiudere Avellino per andare a produrre gli autobus in Francia o in Cecoslovacchia. Autobus che poi dovrebbero comprare i nostri Comuni”. Landini si rivolge anche al ministro del Lavoro e alle altre organizzazioni sindacali: ”Noi dobbiamo riflettere? E’ bene che riflettano anche Sacconi e gli altri sindacati. Il ministro e alcuni dirigenti sindacali hanno difeso a spada tratta un accordo dichiarato da un giudice antisindacale. Non e’ un problema per loro?”.

 

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