Il giovane cuore di Costanzo Mascia, il 16enne di Colle Sannita che, poche ore prima, era stato portato al pronto soccorso del Rummo in seguito ad un innalzamento importante della temperatura, ha cessato di battere nella tarda serata di giovedì, dopo il secondo arresto cardiaco che non gli ha lasciato scampo.
Una tragedia di fronte alla quale l’ospedale cittadino ha subito deciso di predisporre, autonomamente, l’accertamento diagnostico interno per acclarare le cause del decesso, a prescindere da quelle che saranno gli eventuali accertamenti giudiziari. Per questo, la salma è stata trasferita all’obitorio del Rummo dove, la prossima settimana, sarà eseguito l’esame autoptico. A suggerire ai genitori del ragazzo, che frequentava il secondo anno dell’istituto tecnico industriale “Bosco Lucarelli” di Benevento, di ricorrere alle cure ospedaliere, era stato il medico allarmato dalla febbre alta, insorta dopo sintomi più generici e meno intensi registrati in precedenza. Il malessere generale dei giorni che hanno preceduto la crisi fatale, non erano stati ritenuti particolarmente allarmanti, tant’è che il ragazzo aveva continuato a raggiungere la scuola nel capoluogo, fino a mercoledì. Giovedì non era andato perché c’era l’assemblea di istituto ma, nel pomeriggio, la situazione è precipitata all’improvviso e l’adolescente era arrivato in Pronto soccorso già in stato di choc settico, con una ipotensione severa che si è cercato di ridurre con le terapie necessarie. I medici erano riusciti ad avere la meglio sul primo arresto cardiaco e a rianimarlo. Tuttavia, nell’arco di poco tempo, è intervenuto un crollo piastrinico cui ha fatto seguito una fibrillazione che ha determinato il secondo arresto cardiocircolatorio che gli è stato fatale. A nulla sono valse le successive manovre di rianimazione e le cure prodigate dai medici dell’emergenza-urgenza perché il cuore dell’adolescente, che avrebbe compiuto 16 anni ad agosto, si è fermato all’improvviso e non c’è stato verso di farlo ripartire. L’accertamento diagnostico interno, che sarà eseguito dagli specialisti del reparto di Anatomia patologica della struttura, diretto da Pasquale Goglia, non ha valore ai fini di una eventuale indagine da parte della Procura ma serve a fornire un quadro dettagliato della situazione all’Ospedale, che procederà ottimizzando i tempi tecnici, per chiarire le cause del decesso. Infatti, ancor prima di ogni eventuale avviamento di qualsiasi procedimento da parte dei genitori, la dirigenza del Rummo ha deciso di eseguire il riscontro diagnostico interno, per stabilire le cause della morte dello studente che, dall’anamnesi, non risultava avere patologie pregresse mai diagnosticate. Lo scopo è quello di sgomberare il campo da ogni dubbio e di stabilire se si sia trattato di una malattia fulminante oppure di un elemento esterno, come, per esempio la somministrazione di un farmaco cui era allergico, in grado di stroncare la vita di una persona giovane e apparentemente sana.

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