Assolto per insufficienza di prove Pietro Esposito Acanfora, ingegnere del Comune di Cervino, unico imputato nel processo per l’omicidio del sindaco di Cervino, Giovanni Piscitelli, legato mani e piedi e dato alle fiamme mentre era ancora in vita il 28 febbraio del 2008. La sentenza e’ stata emessa dal giudice Marcello De Chiara del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Il pm samaritano, Maurizio Giordano, aveva chiesto la condanna a 14 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. L’ingegnere assolto la sera dell’omicidio bevve un aperitivo prima di cena al bar Zanzibar di Maddaloni con la vittima. Il suo coinvolgimento nelle indagini su quella morte, che ora tornano al punto di partenza, e’ legato a un terreno sul quale il geometra V. V., indagato poi prosciolto, doveva costruire un muro per conto del cugino, proprietario del fondo, che viveva a Roma. Il permesso a costruire era stato osteggiato proprio dal sindaco Piscitelli che il giorno stesso della sua sparizione aveva inviato un agente della polizia municipale a verificare se vi fossero degli abusi edilizi. Nella misura cautelare emessa nell’aprile 2008, gli inquirenti ipotizzarono il sindaco fosse stato tramortito con un colpo alla testa mentre tornava dal Zanzibar in compagnia di Esposito Acarfora, il quale, per disfarsi del corpo, pensando che Piscitelli fosse morto, con il geometra lo trascino’ nel bagagliaio della sua vettura per poi bruciarlo accanto all’auto del primo cittadino, trasportata in localita’ “I Lebbrosi” dal geometra.

 

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