Continua a calare l’occupazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni. Lo ha detto il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, durante un’audizione alla Camera. “A fronte di una moderata crescita complessiva, nella media dei primi tre trimestri del 2011, l’occupazione giovanile ha subito una flessione del 2,5% (circa 80 mila unita’)”.

Nello stesso tempo, ha poi sostenuto, “il tasso di disoccupazione dei giovani tra 18 e 29 anni e’ sceso dal 20,5% del primo trimestre 2011 al 18,6% del terzo trimestre, rimanendo almeno 11 punti percentuali al di sopra di quello complessivo. Tuttavia – ha sottolineato infine – se si considera la fascia di eta’ 15-24 anni, come proposto dall’Unione europea, la disoccupazione sale al 31%, la piu’ alta dopo la Spagna”. “Negli anni il part-time ha contribuito notevolmente alla crescita dell’occupazione femminile, ma l’Italia continua ad avere tassi di impiego a tempo parziale inferiori rispetto alla media europea”. E’ quanto ha sottolineato il presidente dell’Istat, Enrico Giovanni, nel corso di un’audizione alla Commissione Bilancio della Camera. Secondo Giovannini “l’elevata asimmetria dei ruoli disincentiva la partecipazione: se si considera il lavoro totale (lavoro retribuito e lavoro di cura) le occupate lavorano un’ora in piu’ degli uomini al giorno – ha aggiunto – e si fanno carico di piu’ del 70% del lavoro familiare. Con la crescita dell’occupazione femminile, l’aumento della speranza di vita e il calo della fecondita’, il lavoro di cura offerto dalle donne e’ destinato a ridursi progressivamente. Di conseguenza – ha fatto infine notare Giovannini -, standard elevati di welfare e occupazione appaiono sostenibili solo a fronte di politiche per la redistribuzione del lavoro di cura nella coppia e dell’erogazione di servizi sociali adeguate alle necessita’”

 

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