Risolto a Legnano un ‘cold case’ del 2004 grazie all’analisi condotta sul dna repertato su due mozziconi di sigaretta trovati sul luogo del delitto. In carcere, con l’accusa di omicidio, e’ finito Ernestino Rocca, 36enne, operaio, di Dairago, in provincia di Milano. La vicenda risale alla vigilia del Natale del 2004, quando viene trovato a Dairago il corpo senza vita di Domenico Scafidi.

Il corpo giaceva sul ciglio della strada in posizione fetale con 14 colpi di cui dodici in testa, uno al torace e uno all’arto inferiore sinistro, tutti esplosi da un’unica arma, una Skorpion calibro 7,65. Sul luogo del delitto vengono repertati due mozziconi di sigaretta, dai quali il Ris di Parma aveva estrapolato due diversi profili genetici, di cui uno appartenente alla vittima. Nel 2009 il pm avanza richiesta di archiviazione del procedimento poiche’ l’attivita’ investigativa non aveva consentito di raccogliere elementi utili all’identificazione degli autori del delitto e nel luglio 2009 il gip emette il decreto di archiviazione del procedimento. Le indagini vengono riaperte da Paola Biondolillo della Dda di Milano che le coordina insieme ai Carabinieri della Compagnia di Legnano. Pochi giorni dopo l’archiviazione, Rocca, gia’ indiziato per essere uno degli ultimi contatti di Scafidi, viene arrestato. Il suo dna viene estrapolato da un mozzicone di sigaretta che ha appena fumato e che, inoltrato al Ris di Parma, evidenzia la perfetta compatibilita’ del profilo genetico con quello del 2004. In un’ulteriore operazione di polizia condotta dalla Guardia di Finanza di Sesto San Giovanni, e’ stata ritrovata l’arma del delitto all’interno di una macchina custodita in un garage di una ditta di Bresso (Mi). Il movente pare essere scaturito da un litigio futile occorso tra Scafidi e Rocca. Le indagini, fanno sapere i militari, sono durate a lungo a causa anche del clima di omerta’ che circonda Rocca e che trova origine nel suo spessore criminale e nella sua appartenenza alla ‘ndrangheta, in particolare quella di Legnano-Lonate Pozzolo. Rocca e’ riconosciuto anche come uomo di fiducia di Emanuele De Castro, nonche’ prestanome dello stesso De Castro.

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