NAPOLI – Durante le indagini dei carabinieri sul narcotraffico tra Marocco e Napoli, concluse ieri con l’arresto di 23 persone, sono stati anche individuati i diversivi adottati dai corrieri polacchi per evitare o superare i controlli delle forze dell’ordine lungo il tragitto verso l’Italia. I trasferimenti della droga

vengono eseguiti sempre con due auto: la prima sprovvista di stupefacente, funge da staffetta e ha i compiti di fare da apripista e di segnalare la presenza di carabinieri e polizia. L’altra, con a bordo la droga, viaggia con il corriere affiancato da un passeggero, quasi sempre di sesso femminile, una “figurante” che, nelle intenzioni dei trafficanti, dovrebbe indurre le forze dell’ordine ad allentare i controlli, meno pressanti se si tratta di equipaggi che danno l’impressione di una normale coppia in viaggio. Tale tecnica fu utilizzata nell’ottobre del 2009, per il trasporto di circa 171 chilogrammi di hashish. La droga fu recuperata dai carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento iniziato all’altezza di Montepulciano, in Toscana, e proseguito a forte velocità per parecchi chilometri. La staffetta, dopo avere avvertito l’auto con il carico, si dileguò lasciando il corriere in balia delle due vetture dei carabinieri. Vistosi braccato, il corriere non esitò a liberarsi della compagna di viaggio scaricandola, in corsa, in una stazione di servizio, per rallentare gli inseguitori. Una delle due vetture dei carabinieri, infatti, fu costretta a fermarsi per prestare soccorso alla donna che, nella caduta, riportò numerose escoriazioni e ferite. L’altra pattuglia, però, non mollò la presa riuscendo a bloccare l’auto inseguita dopo qualche chilometro. Il trafficante fu costretto ad abbandonare la vettura con la droga a bordo ma, ricorso a piedi, fu poi bloccato e arrestato dopo avere ferito uno dei carabinieri.

 

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