Il destino di “un polmone per la cultura di Napoli” è quello in cui crede per l’Albergo dei Poveri il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, napoletano e al suo quarto sopralluogo nella città. “Ogni volta che sono passato da qui – ha detto il ministro – davanti a questo edificio così monumentale, mi sono domandato quante potenzialità potesse avere. È un edificio che opportunamente ristrutturato e riattivato può essere un polmone di cultura per Napoli che sta avendo tanta capacità di attrarre turisti che devono però incrociare la cultura, la storia, l’identità e i sedimenti comunitari di questa città”. Ha poi annunciato che lunedì è prevista una riunione a Roma a cui parteciperanno anche i tecnici del ministero, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e i tecnici del Comune di Napoli per definire entro un mese un protocollo per poi partire con gli interventi. Per quanto riguarda le risorse, il ministro ha affermato: “Le abbiamo recuperate e sto lavorando per reperirne ulteriori”. “Adesso, le nostre idee sono ancora a uno stadio embrionale, non è che abbiamo ancora definito nel dettaglio cosa fare. Ma ci sono venute alcune idee. Per esempio, accordare uno spazio al Mann, il Museo archeologico nazionale, che porto nel cuore perchè ci sono nato vicino, portando qui delle collezioni che, al momento, non sono esposte per carenza di spazi. Un’idea potrebbe essere coinvolgere la prestigiosa università Federico II di Napoli perchè l’università porta una ricchezza di persone, di giovani, di studenti e quindi può essere sede, non so, di un dipartimento, di una scuola di specializzazione, di una scuola superiore. C’è anche tanto da fare nella formazione post università”. “Penso, ad esempio – prosegue Sangiuliano – a una grande sala di convegni che possa ospitare convegni di livello internazionale. E, poi, una parte della biblioteca nazionale dove io mi sono ispirato a un progetto ben definito che è quello della grande biblioteca nazionale di Parigi che fu voluta da Francois Mitterrand, che oltre a conservare i libri, è uno spazio di vita culturale. Cioè – specifica il ministro – un luogo con sale multimediali, con sale di proiezioni cinematografiche dove i giovani possano venire per leggere, per studiare, per stare insieme, per confrontarsi. Questo può diventare Palazzo Fuga”. Alla Biblioteca Nazionale sono preoccupati per l’idea di un trasferimento lanciata dal predecessore di Sangiuliano. “Non smantelleremo tutta la Biblioteca nazionale di Palazzo Reale – chiarisce Sangiuliano – Le cose più antiche da un punto di vista secolare le lasceremo a Palazzo Reale dove però, per esempio, al momento, non si possono fare nuove acquisizioni. Tuttavia il tema non è dove mettere i libri che sono una cosa importantissima e io sono un bibliofilo, bensì che la concezione moderna di una biblioteca è quella di un luogo di incontro, di cultura”. “C’è per esempio – aggiunge- il tema della digitalizzazione dei libri, di rendere accessibili i libri anche in modalità da remoto. E’ evidente che una parte potrà essere quella più moderna trasferita qui, più le ulteriori acquisizioni che verranno. Io stesso mi domando a chi donerò i miei volumi, mi piacerebbe donarli alla biblioteca di Napoli, se ha gli spazi per poterli acquisire”. Quindi, ribadisce l’idea di “lasciare a Palazzo Reale le cose più antiche. Gli spazi che si recuperano a Palazzo Reale vengono restituiti al Museo di Palazzo Reale”. Infine, i tempi: “A me piacciono le cose molto rapide, non siamo eterni. Spero che nell’arco di un mese possiamo definire un protocollo col Comune di Napoli e poi partiamo per fare quello che dobbiamo fare”. Il ministro, con i cronisti, chiarisce che Palazzo Fuga “deve essere uno spazio aperto”. “Io – aggiunge – ho molta fiducia nei napoletani e nei giovani napoletani. Napoli è una fucina di eccellenze che sono in tutto il mondo. Dove vado vado incrocio miei concittadini che si sono fatti strada con le loro capacità”. “Quindi sono convinto che il quartiere si integrerà benissimo con una dimensione di questo tipo”, conclude Sangiuliano.

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