NAPOLI – Un punto di svolta per il giallista napoletano Ugo Mazzotta che oggi, con il suo sesto romanzo, stupisce e osa. Non più le montagne abruzzesi a far da sfondo e sottofondo emotivo alle indagini del commissario Prisco, bensì Napoli chiamata ad abbacinare Alice Caturano, l’ispettore vissuto all’ombra di Prisco e oggi affrancata e sola.

E il turbinio dei pensieri tra gli echi della città che spezza il fiato della corsa contro il tempo per salvare la vita di un bambino, diventano stile narrativo. Un racconto corale, dove le voci dei protagonisti s’intrecciano e si frantumano in immagini rapide, flash in cui il pathos risparmia le parole. Il romanzo sarà presentato in anteprima il 16 novembre alla FNAC di Napoli, in via Luca Giordano 59, alle 18. Con l’autore ne parleranno gli scrittori Maurizio De Giovanni e Massimo Rainer, per un inedito confronto noir sull’asse Napoli- Milano La storia Alice Caturano è tornata a casa. Da un piccolo commissariato di provincia si è fatta trasferire a Napoli. Ma non è stato un ritorno trionfale, né sul piano personale – Alice ha appena divorziato – né su quello professionale: il piccolo commissariato di quartiere al quale è stata assegnata non è esattamente quello che lei sperava, tanto meno il lavoro d’ufficio a cui il commissario l’ha adibita. E il suo carattere spigoloso non la rende più simpatica a superiori e sottoposti. L’unica con cui va d’accordo è Giorgia, la sua collega d’ufficio. Federico ha dodici anni e crede di essere uguale a tutti i suoi coetanei: gli piace andare in piscina e giocare con la PlayStation, gli piacciono i manga e gli anime e non gli piace fare i compiti. Quello che Federico non sa è che sua madre e l’uomo che vive con lei frequentano gente pericolosa. E quando se ne accorge è troppo tardi: è già diventato merce di scambio, l’ostaggio di un uomo a cui il convivente di sua madre deve un po’ troppi soldi. Così Federico sa che non è sulla madre che può far conto, quando gli si presenta l’opportunità di chiedere aiuto; e lo chiede all’unica persona che forse può darglielo, una vicina di casa simpatica e aperta, tanto che lui la chiama affettuosamente zia. Giorgia. Sono questi i fili narrativi che s’intrecciano nel nuovo romanzo di Ugo Mazzotta, “Merce di scambio”. All’inizio sfiorandosi, quasi senza toccarsi. Poi via via più strettamente, man mano che l’indagine di Alice e Giorgia si avvicina, tra mille difficoltà, alla verità. Fino all’epilogo drammatico. Tre domande all’autore Il nuovo romanzo accende i riflettori sull’ispettore Alice Caturano, una figura rimasta all’ombra del ben noto commissario Prisco per anni. Una occasione, un pretesto, per inaugurare uno stile di scrittura diverso? “Sì, con Merce di scambio ho voluto tentare strade nuove, sia dal punto di vista della trama che da quello della struttura narrativa. È un romanzo che va avanti scena dopo scena con un ritmo piuttosto sincopato, si salta da un personaggio all’altro seguendo le diverse linee della narrazione che si intrecciano solo alla fine. Alcuni capitoli sono poco più che flash. Lo stile di scrittura invece mi pare che sia il mio; più maturo, spero, ma il mio”. Alice Caturano arriva a Napoli dopo anni di “onorata carriera” tra i monti abruzzesi. Una città che hai evitato a Prisco e che, invece, affidi alla giovane Alice. Perché? “L’idea di ambientare un romanzo a Napoli l’accarezzavo da anni. Da esordiente ho preferito calare le mie storie in una cornice che mi sembrava meno “invasiva” nei confronti dei personaggi (e più facile da gestire) rispetto alla aggrovigliata realtà napoletana, così ho scelto le atmosfere soft dell’Appennino abruzzese. Quando, anni fa, ho immaginato il mio primo romanzo napoletano ho deciso che non sarebbe stato Prisco a esserne protagonista, un po’ per la voglia di cambiare tutto e un po’ perché Prisco allora era legato alle sue amate montagne. Però mi piaceva portarmi appresso un personaggio già collaudato, creare una specie di spin off, così ho arruolato Alice, che tra l’altro ha un carattere che si adatta molto bene alla nuova ambientazione e al tipo di romanzo che avevo in mente”. Caturano rincontrerà Prisco? “Non credo che le loro strade si incroceranno più. Magari qualche brevissimo contatto, più per giocare con i personaggi che altro… che so, Prisco che manda un sms di saluto alla sua vecchia collaboratrice o magari lei che lo chiama per avere un consiglio durante un’indagine particolarmente difficile. Niente di più. Alice rimarrà a lavorare a Napoli mentre Prisco… beh questa è un’altra storia. Il prossimo romanzo lo vedrà sradicato dal suo piccolo commissariato di montagna e catapultato in una realtà tutta diversa; e anche la sua vita privata subirà una rivoluzione. Ma di Prisco parleremo ancora, ora lascerei che Alice si goda le luci della ribalta”.

 

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