di Antonio Martucci

Si è solito affermare che la pedagogia sia il secondo mestiere più antico del mondo perché si sa per certo quale sia stato il primo. Nei secoli, la naturale istintività alla base della trasmissione della conoscenza e del sapere, si è legata alla evoluzione e allo studio del meccanismo dell’insegnamento,

fino a trasformarlo in una vera e propria scienza. L’Italia è stata la patria di grandi pedagoghi e di straordinari insegnanti. Una figura che però nel corso degli anni ha perso importanza e spessore. Un errore, un grave errore. Nella infanzia, che rappresenta il momento decisivo per un armonioso sviluppo della personalità di ogni singolo essere umano, è fondamentale incontrare una buona insegnante per una corretta ed equilibrata crescita di un ragazzo. Gli indirizzi e gli insegnamenti in questo periodo sono quelli che maggiormente formano ed orientano il carattere ed i futuri comportamenti.

Messaggi educativi positivi ed univoci, basati su sani principi morali e su contenuti chiari e sostanziali aiutano, oltre che ad imparare a leggere, scrivere e far di conto, a conformare la mente alla stessa capacità di elaborazione, alla impostazione nel ragionamento ed alla capacità del raggiungimento dei fini. Abbiamo scoperto, e cogliamo l’occasione per segnalare agli esperti e agli studiosi della materia, un caso davvero sorprendente di insegnamento che negli anni ‘50 ha precorso i tempi delle moderne teorie sulla differenziazione dei modelli e dei programmi scolastici ai fini di un apprendimento completo.

Senza ricorrere ad insegnanti di supporto e a corsi integrativi o differenziati, una straordinaria docente torinese tra il ‘54 ed il ’59, è stata in grado di formare due allievi appassionandoli ad alcune materie così bene da farli diventare, da grandi, due riusciti professionisti nel loro campo, riconoscendo ed applicando nella pratica il valore e il significato della differenziazione.

I ragazzi, diversi non solo per genere, ma anche per carattere, l’uno sempre serio e pignolo come quasi tutti quelli di origine piemontese, l’altra precisina ma un po’ piagnona erano, Cesare Damiano già ministro del lavoro nel secondo governo Prodi e nientemeno che Elsa Fornero anch’essa ministro del lavoro ma nell’attuale governo Monti.

Nel rendere pubblicamente merito a questa docente ci viene di domandarle: “ Complimenti professoressa, un vero record. Ma come ha fatto? E soprattutto, perché?”.

 

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