Un capolavoro all’incontrario. Ovvero un disastro politico e amministrativo. Con l’aggravante dell’assordante silenzio sui presunti “ricatti e condizionamenti”. Sguainano la sciabola la Politica che serve e Mario De Michele. All’indomani dell’assise sul rendiconto, licenziato dalla maggioranza, il movimento capitanato dall’ex sindaco Alfonso Golia e il consigliere comunale tagliano l’aria con colpi diretti al cuore di Franco Matacena e della sua coalizione. “Ennesimo capolavoro all’incontrario del sindaco – si legge in un documento – che dopo aver avuto la certezza di andare avanti almeno fino al prossimo adempimento obbligatorio ripropone il decreto di ridistribuzione delle deleghe agli assessori. Un capolavoro che sfiducia di fatto il vicesindaco al quale toglie le deleghe alla Pubblica istruzione, ai Grandi eventi ed alla Gestione degli spazi culturali, biblioteca inclusa. Una presa d’atto del nulla prodotto in questo anno che passerà alla storia per il clamoroso flop del capodanno in piazza mai svolto. Il sindaco, inoltre, aveva promesso deleghe omogenee ed invece le deleghe che riguardano, ad esempio, scuola e viabilità sono state nuovamente spacchettate”.

Golia e company capovolgono la narrazione di Matacena ricordandogli le opere pubbliche e il risanamento finanziario ereditati dalla passata amministrazione e la sua composizione politico-consiliare. “In primis, per coprire il vuoto di questi 365 giorni Matacena attacca la precedente amministrazione salvo poi fare un elenco di cose fatte di cui 80% sono eredità della amministrazione Golia. Per onestà intellettuale e politica il sindaco dovrebbe ringraziare chi lo ha preceduto per aver trovato un comune sulla strada del risanamento e con milioni e milioni di finanziamenti. Inoltre vorremmo ricordargli che almeno il 50% dei voti presi dalla sua coalizione viene da due liste che in quella amministrazione c’erano per cui sono almeno corresponsabili di quello che lui sostiene essere un problema”.

Secondo la Politica che serve e De Michele il “non tacerò” del sindaco si è rivelato un silenzio assordante. “Prendiamo atto che, nonostante le richieste dell’opposizione di fornire chiarimenti alle sue dichiarazioni, il sindaco in consiglio comunale non ha proferito parola su i “ricatti politici” da lui menzionati attraverso il suo comunicato, limitandosi ad un intervento vuoto dichiarando che il termine “non tacerò” era riferito, in modo assurdo, ad una sentenza. In realtà, Matacena non solo ha taciuto su tutto ma con il suo silenzio ha confermato che la maggioranza si regge proprio su “ricatti e condizionamenti”. Infatti soltanto dopo aver ottenuto il “sì” sul rendiconto ha assegnato le deleghe agli assessori, a dimostrazione del fatto che la sua coalizione è “sensibile” esclusivamente alle poltrone, mentre nessuno pone al centro del dibattito il rilancio di Aversa, che in un anno è stata completamente abbandonata a sé stessa. Per conferma basta chiedere ai cittadini”.
mademi