CASERTA – «E’ stata tolta una voce dal consiglio provinciale, non dalla politica, anche se a noi, personaggi, che si lasciano ammaliare solo dalla voce del padrone non servono e non sono mai serviti. Pagano ha solo il merito di aver carpito la nostra buona fede e di aver utilizzato i nostri voti per farsi eleggere al Consiglio provinciale. Questo episodio, non snatura la nostra filosofia. Per noi il gruppo e i valori sono molto più importanti dei singoli interessi. La campagna acquisti messa in atto dal presidente della Provincia testimonia come lui interpreti la leadership come una mera occupazione di spazi di potere».

Va giù duro il segretario dell’Mpa Michele Farina all’indirizzo di Zinzi. «Da questo momento in poi l’Mpa passa ufficialmente all’opposizione dopo aver concorso con un importante 4% alla vittoria di Zinzi alla Provincia – ha proseguito il segretario – non ci sono le condizioni politiche per poter proseguire una qualsiasi forma di ragionamento con chi crede di fare asso pigliatutto senza rispettare impegni e ruoli di chi, in maniera leale, ha corso per garantire la sua vittoria». Farina motiva in maniera dettagliata la scelta maturata collegialmente da tutto l’Mpa. «Zinzi ha dichiarato che la rottura con l’Mpa nasce dalla mancata elezione di un revisore che noi avremmo indicato. Ammesso che ciò fosse vero, cosa ci sarebbe di strano? Quale torto avremmo compiuto nel chiedere un riconoscimento politico del nostro 4%? – ha sottolineato – certo, poi, non può essere Zinzi a scandalizzarsi di queste situazioni, visto che ha incarichi di governo e sottogoverno al Comune capoluogo, in Provincia, all’Iacp, all’Acms, al consorzio idrico, alla Terra di Lavoro, all’Asi, al consorzio unico di bacino, al Basso Volturno, al consorzio Sannio Alifano con un partito che, numeri alla mano, da solo non va da nessuna parte. Del resto è di pochi giorni fa il documento roboante della direzione provinciale dell’Udc che ha gridato allo scandalo per una mancata nomina nella sanità. E’ bastato questo per rompere l’alleanza, o almeno così hanno minacciato, con il Pdl. Ma poi, sarà vero che l’Udc in Campania non ha avuto incarichi nella sanità?». Farina tocca poi il discorso delle alleanze e del Terzo polo. «La politica, almeno come la intendiamo noi, non è lo strumento per occupare caselle e spazi di agibilità – ha sottolineato – il Terzo polo è un progetto politico serio che in questa provincia, viene utilizzato dall’Udc come cartina di tornasole nel momento in cui le cose non vanno bene con il Pdl. Come si può pensare di fare i leader del Terzo polo quando si ingaggia una guerra furibonda con Api ed Mpa, cioè i partiti che dovrebbero far parte della nuova coalizione». Farina entra nello specifico anche dei rapporti tra Udc e Pdl. «Se è vero che Zinzi ha rotto con il Pdl, perché non esce dalla maggioranza a Caserta? Forse perché teme di perdere spazio… – ha detto – l’abbandonare la giunta di Aversa, è solo un modo meschino per cercare di contrattare qualcosa. Ad Aversa, siamo di fronte ad un’esperienza politica che si è esaurita nei dieci anni di amministrazione Ciaramella, e siamo a due mesi e mezzo dal voto. Per noi l’alleanza con il Pdl in Campania resta una corsia preferenziale anche nella prossima tornata amministrativa, fermo restando la nostra attenzione per i programmi e gli uomini che li devono realizzare».

 

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