
Errare è umano, perseverare è diabolico. Dopo le vibranti polemiche per l’installazione dell’antenna per la telefonia mobile nel parcheggio del centro commerciale Fabulae, a ridosso dell’asilo comunale Don Milani, scoppia un altro caso. Stamattina sono iniziati i lavori in via San Nicola per piazzare un ripetitore Iliad di fronte alla chiesa di San Michele Arcangelo, zona ad alta densità abitativa (nella foto). Quando i residenti si sono resi conto che una ditta stava effettuando i lavori per issare l’antenna hanno vivacemente protestato. Decine di persone sono scese in strada per impedire ai dipendenti della ditta di proseguire l’opera. Sul posto sono giunte le forze dell’ordine per riportare la calma. Per il momento i lavori sono stati interrotti. Ha fatto capolino anche il presidente dell’assise Giuseppe Massaro che abita nei pressi dell’area dove nascerà il ripetitore.
Anche in questo caso, come per l’antenna sorta a pochi metri dall’asilo Don Milani, gli amministratori locali se ne stanno lavando le mani con il solito scaricabarile: “Nulla saccio, nulla vidi… e se vidi, nulla sentii”. Ma come e perché il comune ha concesso l’autorizzazione all’Iliad? Il permesso è stato dato nuovamente con il silenzio-assenzo? Sarebbe scandaloso se si replicasse in modo identico ciò che è avvenuto pochi mesi fa per il ripetitore nel parcheggio del Fabulae. E stavolta l’eventuale inconsapevolezza del sindaco Antonino Santillo e degli assessori sarebbe non solo inaccettabile ma la dimostrazione plastica dell’incapacità di governare la città. Lo scorso 9 giugno è stato notificato all’ente locale l’ubicazione del cantiere con l’indicazione dell’inizio dell’opera nella giornata di oggi e con una durata presunta di 32 giorni (nella foto in basso). Il progettista è l’ingegnere Lucia Falciano, mentre il responsabile dei lavori è il geometra Marco De Vivo. La ditta esecutrice è la Cianfarani Sirti Telco (nella foto in basso). A quanto pare, ma non ne siamo certi, il terreno individuato sarebbe classificato nel Puc come area destinata a parcheggio pubblico. I proprietari sarebbero una famiglia del Napoletano.

Ma il problema non è soltanto urbanistico. Non è possibile e non è più credibile che nella casa comunale la mano destra non sappia cosa fa quella sinistra. Se nemmeno Massaro, che abita in quella zona, era a conoscenza dell’autorizzazione allora vuol dire che gli amministratori sono da considerare alla stessa stregua di turisti giapponesi in giro per Orta di Atella per scattare foto ricordo. Se è così e se vogliono continuare a restare aggrappati alle poltrone abbiano almeno la decenza di non intascare le redditizie indennità di carica. Costano ai cittadini 180mila euro all’anno. Quasi un milione di euro per l’intera consiliatura. Uno spreco di danaro pubblico che grida vendetta.
Mario De Michele
LA TABELLA ESPOSTA DAVANTI AL CANTIERE

LA NOTA DELL’UBICAZIONE DEL CANTIERE
