Sulle dimissioni del governo guidato da Silvio Berlusconi “sono della stessa idea condivisa da Ferrara: si e’ trattato di un grande imbroglio”, il cui “principale obiettivo e’ stato far fuori Berlusconi e il suo esecutivo”. Lo afferma, ai microfoni di Radio Padania, Roberto Maroni.

“Si diceva che bastavano le dimissioni per risolvere le cose – sottolinea l’ex ministro dell’Interno – i risultati non mi sembrano esserci: ieri c’e’ stato il record negativo in borsa, ma ora sembra non interessi piu’ nessuno”. Maroni conferma poi che, con l’uscita di scena di Fini dal Pdl, “noi avevamo sollecitato Berlusconi, gli avevamo detto che non c’era piu’ una maggioranza ed era il caso di tornare alle urne. Se lo avessimo fatto, avremmo vinto”. C’e’ stato, dunque, “un errore di valutazione”, a detta di Maroni. E “a un certo punto la politica si e’ dovuto arrendere. Se sono arrivati i tecnici – afferma – e’ perche’ la politica si e’ arresa, Napolitano ha fatto quel che doveva fare. Nessuna critica – precisa – all’operato del Presidente”, pur sottolineando di “non concordare” sul suo invito al parlamento di intervenire sullo status dei bambini di origine straniera. Ma se oggi c’e’ un governo di tecnici “la colpa e’ solo della politica – afferma a piu’ riprese – quando la politica che c’e’ arriva qualcun’altro: nel ’92 arrivo’ la magistratura, oggi le banche. C’e’ solo da augurarsi – auspica – che la politica ritrovi dignita’ e orgoglio e riprenda le redini della cosa pubblica”.

 

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