C’è chi dice “no” al blocco di potere che negli ultimi 10 anni si è consolidato a tutti i livelli permeando addirittura anche la parrocchia, come dimostra la scioccante predica elettorale di Enzo Guida dal pulpito della chiesa San Cesario in occasione delle festività pasquali. Mentre Cristo risorgeva, il sindaco faceva propaganda. Una blasfemia senza precedenti che ha lasciato interdetti moltissimi fedeli. Succede solo a Cesa. Ed è uno dei sintomi più disdicevoli di una patologia politico-amministrativa sempre più cronica, sempre più allarmante, sempre più invasiva. Per combattere il “pensiero unico” nasce Cesa Futura, un nuovo gruppo politico che si propone di “portare una ventata di rinnovamento nella vita pubblica del paese”. Il movimento sarà una delle gambe dell’ampia “coalizione dei volenterosi” a sostegno del candidato Giuseppe Fiorillo in corsa alle comunali del 2026. “Cesa Futura – si legge in un documento – nasce dall’impegno di cittadini, giovani professionisti e attivisti che condividono la necessità di un progetto politico nuovo, concreto e vicino ai reali bisogni della comunità. Il gruppo si fonda su tre priorità fondamentali: trasparenza nella gestione pubblica, tutela del patrimonio ambientale e rilancio del commercio locale. Denunciamo la gestione degli affidamenti diretti da parte del Comune spesso poco trasparente e proponiamo l’introduzione di regole chiare, accessibili e basate su criteri meritocratici. Non si può più tollerare – affermano i promotori del gruppo – che incarichi e servizi vengano affidati senza trasparenza, vogliamo una macchina amministrativa al servizio di tutti”.

Sui compagni di viaggio nella disputa elettorale Cesa Futura ha le idee chiare. “Non ci sarà alcuna alleanza con chi ha amministrato Cesa negli ultimi dieci anni, trasformando il Comune in una casa privata e generando una pericolosa divisione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. È sotto gli occhi di tutti come la gestione della cosa pubblica sia stata piegata a interessi personali, alimentando un clima di esclusione, favoritismi e mancanza di trasparenza. Nutriamo seri dubbi sulla gestione dei concorsi pubblici banditi negli ultimi anni e spesso vinti dai parenti stretti degli amministratori locali o da figure politicamente vicine alla maggioranza. La selezione del personale – recita un altro passo del documento – non può essere un premio per fedeltà politica ma deve rappresentare un’occasione di crescita e giustizia per tutti i cittadini, soprattutto per i tanti giovani capaci e meritevoli che oggi si sentono esclusi”.
Cesa Futura va nel merito dei problemi e denuncia il progressivo svuotamento del centro cittadino e la crisi profonda del tessuto commerciale. “L’obiettivo è promuovere iniziative concrete per riattivare le attività di vicinato, sostenere l’imprenditoria giovanile e migliorare l’attrattività urbana. Un paese senza commercio è un paese che perde vitalità: serve un piano serio, non solo slogan. “Il nostro gruppo vuole essere uno spazio di confronto e proposta per tutti coloro che credono in un’amministrazione più giusta, trasparente e moderna”.

A breve il movimento politico presenterà il programma e promuoverà eventi per coinvolgere la cittadinanza. Tra gli obiettivi di Cesa Futura c’è il superamento del deleterio “Io” imperante nell’ultimo decennio in un “Noi” capace di alimentare la fiammella della partecipazione popolare alla vita pubblica. Eppur si muove, direbbe il filosofo-scienziato. Ed è sicuramente una novità importante in una realtà sclerotizzata come Cesa, dove non c’è più una linea di demarcazione democratica tra maggioranza e opposizione consiliare e dove chi si oppone al dominio assoluto diventa il nemico numero uno da abbattere con ogni mezzo. In un contesto così deteriorato la Chiesa non deve prestare il fianco alla politica, o pseudo-tale. Quando risorge Cristo, non sale nessun potente di turno sul pulpito. Per i veri credenti è un momento sacro, non può essere profanato. Il parroco don Peppino Schiavone avrebbe dovuto impedire questo scempio. Non ci sono scusanti. È una vergogna.
Mario De Michele