Giuseppe Massaro

-7 giorni. Poi le dimissioni di Antonino Santillo saranno irrevocabili. E si spalancherà il portone del commissario prefettizio. A una settimana dal fatidico 26 giugno i granelli della clessidra stanno per accumularsi tutti sul fondo. Nell’ultima assise non sono arrivati i segnali di pace auspicati dal sindaco. La maggioranza ha superato lo scoglio del rendiconto ma è apparsa ancora fortemente divisa e frammentata. Il gruppo RinnoviAmo Orta, emanazione diretta di Giuseppe Massaro e composto da Tiziana Dirasco e Raffaele Lampano, non ha alcuna intenzione di sotterrare l’ascia di guerra. È condito con il napalm il documento dei seguaci del presidente del civico consesso. Al netto delle stucchevoli frasi di circostanza, ancora più indigeste dopo due anni di gestione totalmente fallimentare, Massaro e company si sono accaniti senza pietà contro Santillo. “Il sindaco, nelle sue dimissioni, – si legge nel documento – ha parlato di “spirito di cooperazione”. Bene. Ma vorremmo ricordare che la cooperazione non è uno slogan da tirare fuori quando si è in difficoltà o quando si cerca di coprire problemi più gravi. La cooperazione vera si costruisce ogni giorno, con rispetto istituzionale, con trasparenza, con il coinvolgimento reale dei consiglieri e delle forze politiche. E questo, troppo spesso, non è accaduto”.

Tiziana Dirasco e Giuseppe Massaro

Altro che riappacificazione. Se prendiamo per buone le affermazioni di RinnoviAmo Orta, ma alla luce del continuo teatrino degli ultimi tempi nutriamo molti dubbi, la rottura tra Santillo e Massaro sembra insanabile. Il sindaco dimissionario viene posto sul patibolo senza tanti giri di parole. Il clima rovente è racchiudibile nella frase: “La cooperazione non è uno slogan da tirare fuori quando si è in difficoltà o quando si cerca di coprire problemi più gravi”. A detta del gruppo Massaro, la fascia tricolore sarebbe incoerente e farebbe soltanto propaganda, mentre in realtà non coinvolgerebbe gli alleati. E per alleati si intende RinnoviAmo Orta. Nel merito è praticamente impossibile comprendere l’attacco frontale. In giunta c’è Luigi Macchia, fedelissimo di Massaro. Spetta all’assessore aversano coinvolgere i consiglieri di riferimento e il presidente dell’assise. Se non è accaduto, anche in questo caso i dubbi sono legittimi, non è colpa di Santillo. Che di fatto viene sfiduciato da RinnoviAmo Orta. “Oggi votiamo questo punto (il rendiconto ndr) non per restituire fiducia a un sindaco che ha già voltato le spalle alla città, ma perché crediamo che il nostro dovere sia verso chi ci ha dato fiducia con il voto, verso i cittadini di Orta di Atella che chiedono fatti, non alibi”.

Insomma, il rapporto tra Santillo e Massaro è ai minimi termini. Se a Orta di Atella esistesse ancora la politica, sindaco e maggioranza avrebbero già fatto i bagagli. Ma la parola politica è scomparsa dal vocabolario della città. Si dice tutto e il contrario di tutto come se nulla fosse. Come se le parole, appunto, fossero prive di ogni significato. Questo è l’altro drammatico fallimento dell’amministrazione in carica. In poco più di un anno la coalizione di governo, unica in campo alle comunali, si è sfaldata. La politica è stata spazzata via dal “gestionismo”, dal pragmatismo all’ennesima potenza, da una mastodontica assenza di “visione”. E il passaggio alla “politique politicienne” è stato fisiologico. Inevitabile. Così si assiste al paradosso di un gruppo consiliare, RinnoviAmo Orta, primo socio di maggioranza della premiata ditta, che critica la gestione aziendale. “Le strade dissestate non sono solo un disagio: sono il simbolo di una città trascurata. Questo è un voto di responsabilità, ma anche un segnale politico chiaro: non saremo mai il sostegno occasionale di un’amministrazione in crisi, ma saremo sempre la voce della città reale, quella che ha bisogno di lavoro, servizi, strade sicure e scuole decorose”.

Luigi Macchia

Sapete chi si dovrebbe occupare delle strade dissestate? L’assessore ai Lavori pubblici Macchia di RinnoviAmo Orta. Ma di che stiamo parlando! In questo scenario sarà complicato, anzi impossibile, per Santillo ritirare le dimissioni senza dare una spiegazione veramente credibile del suo pieno ritorno in carica. Senza motivazioni politiche serie, ovvero senza una maggioranza coesa, il suo dietrofront lo farebbe apparire o come un clown o come attaccato alla poltrona o come ostaggio di una coalizione in cui ognuno pensa a coltivare il proprio orticello. Spacciarlo per il “bene di Orta di Atella” sarebbe una panzana indigeribile per tutti. Anche per uno come Pasquale Lamberti che continua a ripetere il ritornello del “bene della città”, come se negli ultimi mesi avesse soggiornato sulla luna. Come fa il buon Lamberti a non sapere che il “mancato coinvolgimento” di cui parlano Massaro e il suo team riguarda, ad esempio, il progetto che prevede un mega impianto fotovoltaico su terreni agricoli in gran parte di proprietà di una nota famiglia imprenditoriale locale. Iniziativa prima autorizzata dal comune, poi stoppata da Santillo. Chi ha sponsorizzato e sponsorizza ancora quella nefasta iniziativa? Chi ha fatto approdare ad Orta di Atella la Duferco Sviluppo, ditta di San Zeno Naviglio, in provincia di Brescia?

Pannelli fotovoltaici

A proposito, oggi si discute davanti al Tar il ricorso presentato dall’azienda contro la decisione del comune di revocare, senza “spirito di collaborazione”, l’autorizzazione concessa in prima istanza. Probabilmente l’avvocato dell’ente chiederà un rinvio per “leggersi” meglio le carte. L’iniziale via libera al progetto consente alla Duferco Sviluppo di partire avvantaggiata. Siamo curiosi di vedere cosa dirà Lamberti, coltivatore diretto e imprenditore agricolo, se il mega impianto sorgerà per il tramite del Tar. Magari anche un colpo letale all’economia agricola sarà propagandato come il “bene di Orta di Atella”. Lo stesso “bene” prodotto dall’antenna piazzata dall’Iliad nel parcheggio del Fabuale a pochi passi dall’asilo comunale Don Milani, autorizzata dal comune con il silenzio-assenzo. Per l’altro ripetitore in via San Nicola, i cui lavori sono stati sospesi nei giorni scorsi per la vibrante protesta dei residenti, dovrebbe arrivare il tardivo altolà dell’amministrazione. E almeno per ora l’antenna non dovrebbe essere issata. Ma prevenire non è meglio che curare?

Mario De Michele

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