Una suora arrestata, la madre superiora ed altre due sottoposte al divieto di dimora in Campania: è questo il bilancio di un’indagine dei carabinieri e della sezione «Fasce deboli» della Procura di Napoli sfociata in un’ordinanza a cui hanno dato ieri sera esecuzione i militari dell’arma della compagnia di Ischia. Teatro della vicenda l’Istituto religioso Santa Maria della Provvidenza, a Casamicciola Terme, molto conosciuto sull’isola, che ospitata minori in attesa di affidamento, adozione o in affido a seguito di provvedimenti giudiziari nonché minori ospiti esterni, a seguito di corrispettivo pagato privatamente dai genitori. A luglio di quest’anno i carabinieri di Ischia hanno ricevuto una segnalazione di maltrattamenti all’Istituto religioso Santa Maria della Provvidenza di Casamicciola – dove i carabineiri hanno notificato quattro misure cautelari ad altrettante consorelle – accompagnata da un filmato – girato da una ragazza minorenne ospite della struttura – in cui si vedeva una suora cha schiaffeggiava e tirava più volte con forza i capelli a un bambino di 4 anni, disperato, alla presenza di altri bambini che la invitavano a fermarsi; la suora colpiva con uno schiaffo anche il fratello di 8 anni intervenuto per difenderlo, procurandogli una fuoriuscita di sangue dal naso. I militari, coordinati dal capitano Laganà, hanno portato avanti le indagini per quattro mesi ascoltando i bambini in modalità protetta ed arrivando ad identificare quali autrici dei reati la madre superiora e le tre consorelle in servizio presso l’istituto ed a ricostruire ulteriori episodi di sofferenze fisiche nei confronti dei minori, consistite in atti di violenza quali tirate di capelli, schiaffi alla nuca, calci, ciabattate sulle mani; le suore imponevano il silenzio sulle violenze ai bambini privandoli dei telefoni cellulari per impedire riprese foto e video, con le aggravanti di abusare della condizione di inferiorità fisica e psichica determinata dall’età delle vittime nonché di commettere i reati all’interno di istituto di educazione e formazione. Sono stati questi gli elementi che hanno portato il gip di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli, precisamente della IV Sezione «tutela delle fasce deboli della popolazione», coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, a emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della suora ripresa nel filmato e a decidere per il divieto di dimora per le altre tre consorelle, tra cui la madre superiora.

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