“Dal punto di vista giudiziario, sarà quel che sarà. Ora si deve pensare al partito e a fare pulizia senza guardare in faccia nessuno”. Lo afferma, in un colloquio con Repubblica, l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, che insieme a Calderoli e Manuela Dal Lago guiderà la Lega fino al congresso di ottobre.

Maroni si dice “sicuro” che Bossi non sapesse nulla. “Qualcuno si è fatto scudo di Umberto e lui si è accorto di essere stato raggirato”. Per accertare la verità “abbiamo incaricato una società di revisione di controllare i conti e fare una, due diligence”. Sulle dimissioni di Bossi, “a parte il mal di pancia che hanno provocato, bisogna capire che è stato lui a deciderle. Io lo rivoterei”, assicura Maroni, che non smentisce la possibilità di una sua candidadura: “E’ una cosa di cui adesso non mi preoccupo”. L’autunno, dichiara Maroni, “é il momento migliore per lanciare la campagna elettorale e decidere le alleanze”. Al congresso, aggiunge, “si arriverà con una candidatura unica. La situazione impone che si scelga un solo candidato”.

 

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