Il bilancio delle vittime del potente terremoto che ha colpito il Marocco è salito a 2.012. Lo ha riferito in serata la televisione di Stato marocchina citando il ministero degli Interni. Il numero dei feriti è salito a 2.059, di cui 1.404 in condizioni critiche. Lo riporta Al Arabiya. Il bilancio precedente era di 1.305 morti. Un boato ha squarciato la notte marocchina, trasformandola in una “notte da incubo”: qualcuno ha pensato all’esplosione di una bomba, altri a “un aereo che si era schiantato sull’hotel”. Era invece la scossa di terremoto di magnitudo 7.0 che, poco prima della mezzanotte locale di venerdì, ha devastato il centro del Paese, danneggiato l’antica città di Marrakech e ucciso oltre 2000 persone. Il bilancio delle vittime appare purtroppo destinato a salire, man mano che i soccorsi raggiungono zone remote e prive di comunicazioni e mentre si scava tra le macerie, il re Muhammad VI ha decretato tre giorni di lutto nazionale. Il Centro per la ricerca scientifica e tecnica del Marocco ha individuato l’epicentro nel villaggio di Tata N’Yaaqoub, nella provincia di Al-Haouz: una zona montuosa che si trova a una settantina di chilometri da Marrakech, patrimonio Unesco dell’Umanità, dove le parti più fragili delle mura che circondano la medina sono crollate, così come il minareto di una piccola moschea. La scossa – durata 30 secondi che a molti sono sembrati “un’eternità” – è stata avvertita lungo tutta la dorsale dell’Atlante e dall’altro versante della catena montuosa a Casablanca fino a Rabat, e ha provocato danni nel raggio di oltre 400 km. Il moto ondulatorio è stato sentito anche nella vicina Algeria – che al momento non ha segnalato vittime né danni – ed è arrivato fino al sud della Spagna e delle Canarie. I social restituiscono decine di filmati di telecamere di sorveglianza in cui si vede l’esatto momento – erano le 23.11 di un venerdì sera ancora estivo – in cui la vita all’aperto, fatta di passeggiate e giochi di piazza, passa dalla normalità ai muri che si sbriciolano alzando colonne di polvere e alla fuga precipitosa. Qualcuno è stato colto nel sonno, chi non è rimasto sepolto ha cercato la salvezza per strada, accampandosi poi per la notte come poteva. La vasta area del Paese colpita è molto frequentata dai turisti, anche italiani. L’Unità di crisi della Farnesina ha fatto sapere che sono 500 i connazionali che si trovano al momento in Marocco e che “stanno tutti bene”. In contatto con l’ambasciata di Rabat, anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che non ci sono italiani tra i feriti né tra le vittime. Il consiglio, per chi vuole lasciare il Paese, è di recarsi negli aeroporti di Rabat e Casablanca, perché quello di Marrakesh – dove è stato istituito un help desk dal consolato onorario – è stato preso d’assalto dai turisti in fuga. La notizia e le immagini della devastazione hanno subito fatto il giro del mondo, raggiungendo anche i leader mondiali riuniti a Delhi per il vertice del G20. Dalla premier Giorgia Meloni al presidente americano Joe Biden, dal padrone di casa Narendra Modi al capo di Stato francese Emmanuel Macron, sono numerosi gli attestati di solidarietà e le offerte di invio di aiuti e assistenza. La tragedia del Marocco ha unito per una volta anche i sentimenti dei due acerrimi nemici, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e quello russo Vladimir Putin, che hanno espresso le proprie condoglianze. Così come papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio per esprimere “dolore e solidarietà”. Dall’Italia il presidente Sergio Mattarella ha scritto un messaggio al re Muhammad VI per partecipare la sua “immensa tristezza” e “manifestare disponibilità a contribuire ai complessi lavori di soccorso”. Anche l’Algeria ha offerto aiuti al “fraterno popolo marocchino” e, con una mossa considerata eccezionale, ha deciso di aprire il proprio spazio aereo per consentire ai voli umanitari di raggiungere il Marocco: Algeri lo aveva chiuso agli aerei civili e militari marocchini nel 2021 dopo aver interrotto le relazioni diplomatiche con Rabat. E mentre le operazioni di soccorso continuano senza sosta hanno risposto all’appello delle autorità a donare sangue per i feriti, con lunghe file davanti ai centri trasfusionali. Organizzazioni internazionali e associazioni benefiche di tutto il mondo si sono già attivate, ma le previsioni sono drammatiche: secondo la Croce Rossa internazionale “il Marocco potrebbe aver bisogno di aiuto per mesi. Se non anni”. Più di 300.000 persone a Marrakech e nei dintorni hanno bisogno di aiuto in seguito al potente terremoto che ha colpito il Marocco, afferma l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), sottolineando che “sta monitorando attentamente la situazione ed è pronto a fornire supporto”. In precedenza l’Onu si è detta pronta ad “assistere il governo del Marocco nei suoi sforzi per aiutare la popolazione colpita”. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 ha colpito questa mattina alle 9:59 ora locale (le 10:59 in Italia) il Marocco, a sud di Marrakech, nella stessa area in cui è stato registrato il sisma di magnitudo 7 venerdì notte: lo riporta sul suo sito l’Istituto geofisico statunitense Usgs. L’ipocentro del terremoto odierno è stato localizzato ad una profondità di 10 chilometri.

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