Il principe Harry è atterrato a Londra da solo, in arrivo dagli Stati Uniti, per stare vicino al padre, re Carlo III, a cui è stato diagnosticato un cancro. Mentre la moglie Meghan coi due figli piccoli Archie e Lilibet è rimasta nella casa dei duchi di Sussex in California. E’ quanto emerge dai media britannici dopo che in un primo momento si era parlato dell’arrivo di tutta la famiglia nel Regno Unito.Secondo Sky News, il principe Harry all’arrivo si è recato immediatamente nella residenza londinese di re Carlo III, Clarence House, per incontrare il padre e intrattenersi con lui. Nell’ambito di una visita interpretata da più parti non solo come un gesto filiale ma anche come un segnale riconciliatorio – almeno con il genitore – dopo le frizioni e le recriminazioni che hanno accompagnato negli ultimi anni lo strappo del secondogenito di Carlo e Diana dalla Royal Family. Stando alla Bbc, non risulta invece al momento in agenda un incontro fra il duca di Sussex e suo fratello maggiore William, erede al trono, con il quale le relazioni sono apparse negli ultimi tempi più compromesse e reciprocamente gelide rispetto a quanto non sia mai stato fra “il principe ribelle” e il padre. Re Carlo è stato rivisto oggi in pubblico, seppur fugacemente, per la prima volta dopo l’annuncio della diagnosi di cancro. Lo riportano i media britannici. Il sovrano era a bordo di una Bentley reale con la regina Camilla, dopo aver ricevuto a Clarence House, sua residenza londinese, il figlio Harry appena arrivato dagli Stati Uniti per incontrare il padre. Carlo e Camilla si sono diretti a Buckingham Palace dove li aspetta un elicottero per portarli, secondo il Mirror online, nella residenza di campagna di Sandringham, nel Norfolk inglese. E’ qui, a quanto si è appreso, che il re intende proseguire per ora il ciclo di cure. Intanto l’erede alle prese intanto anche con la lunga convalescenza di sua moglie Kate, sottoposta a sua volta a gennaio a un’operazione, un intervento delicato “all’addome” di natura mai specificata. E a cui il giornale rivolge ora semmai l’auspicio di una pacificazione con il ribelle Harry, dopo lo strappo di questi e il suo trasferimento negli Usa del 2020 assieme a Meghan: domandandosi se la malattia del padre, e la preannunciata visita del secondogenito nei prossimi giorni, possa essere “finalmente l’occasione per una riconciliazione” fra i due fratelli. “Lo shock del cancro”. Si sintetizzano in queste due parole, shock e cancro, le reazioni dei titoli d’apertura e delle prime pagine dei tabloid della stampa popolare britannica all’annuncio clamoroso con cui ieri Buckingham Palace ha comunicato con insolita immediatezza alla nazione la notizia della diagnosi di tumore fatta a re Carlo III, 75 anni, da meno di un anno e mezzo sovrano del Regno Unito dopo un’attesa durata sette decenni. Notizia che le testate più sensazionaliste danno in prima persona (“Ho il cancro”, a caratteri cubitali), ma che dominano anche i giornali d’opinione più paludati: come il Times o il Daily Telegraph con un più sobrio gemello: “Il Re ha un cancro”. In generale, malgrado l’allarme e l’inquietudine, prevale un certo ottimismo sul fatto che la diagnosi, fatta a margine di un intervento benigno alla prostata eseguito 10 giorni fa alla London Clinic, sia stata precoce, come del resto assicurato alla Bbc dal primo ministro Rishi Sunak. Mentre nessuno, almeno per ora, osa ipotizzare apertamente scenari d’abdicazione che non sembrano in effetti all’ordine del giorno. Il Mirror, ad esempio, dopo aver sottolineato “lo sgomento” generale per la rivelazione, cita fonti interne al palazzo stando alle quali Carlo – rientrato nella sua residenza londinese di Clarence House per sottoporsi all’annunciato ciclo di terapie, iniziato ieri – si mostra “ottimista quanto è possibile essere”; e nota come l’operazione alla prostata, sfociata nella diagnosi tempestiva di un tumore localizzato in qualche altro imprecisato organo, possa in sostanza “avergli salvato la vita”. Di diagnosi “precoce” riferisce pure il Daily Mail, evocando un re “combattivo” e tutt’altro che intenzionato a mollare. “Maestà si riprenda presto, il Paese ha bisogno di lei”, esorta poi il Mail, non senza affidare alla penna del biografo reale Christopher Wilson un commento dai toni elogiativi. Commento in cui sottolinea anche l’importanza in questa fase della regina Camilla, “l’amore della sua vita”, elevata al rango di “roccia” del re e della nazione da quegli stessi giornali che in anni lontani la presero di mira come “l’amante intrigante”, la presunta “colpevole” della fine del matrimonio fra Carlo e Diana, l’intrusa. Sulla medesima lunghezza d’onda, fra i giornali di destra, il Telegraph che evidenzia inoltre la differenza “epocale” fra la vicenda di re Giorgio VI, nonno di Carlo III e padre di Elisabetta II, ucciso nel 1952 a 56 anni da un cancro tenuto nascosto ai sudditi fino all’ultimo, e quella attuale: segnata da un inedito sforzo di trasparenza nella rapida comunicazione fatta dalla corte alla nazione per volere del monarca. Mentre da sinistra, il filo-laburista Mirror riprende l’elogio della 76enne Camilla (“In Camilla we trust”), descritta al momento come il vero “capo della Firm”, la dinastia dei Windsor, e la vicaria di fatto del consorte: ancor prima dell’erede al trono William.

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