Ci sono opere pubbliche che nascono male e finiscono peggio. Un po’ per sfortuna, un po’ per una sfavorevole congiunzione astrale, un po’ per circostanze imperscrutabili. È il caso dei lavori di demolizione e ricostruzione del Centro operativo comunale di Protezione civile (Coc). Il progetto di fattibilità, approvato dalla prima giunta griffata Enzo Guida, risale al settembre 2018. Da allora è successo davvero di tutto. Cambiamenti, aggiornamenti, affidamenti e riaffidamenti, incarichi a tecnici che poi fanno inversione a U. Se fosse un film sarebbe un thriller mozzafiato. In verità chi segue l’attività amministrativa di Cesa bene o male si accorge dopo pochi minuti di visione dove si vuole andare a parare. La fine è nota, per citare il romanzo di Geoffrey Holiday Hall. E il mood è scontato. In sottofondo ci sono le sperimentatissime “trattative dirette con un unico operatore economico”. Ormai un vero must per il comune di Cesa. Anche i protagonisti sono i soliti noti. Il ruolo di tecnici esterni è affidato ai parenti degli amministratori locali. Anche loro sperimentatissimi. Per restare nel cinema, è un po’ come i cinepanettoni: non sono il massimo ma garantiscono grossi incassi. Allora perché rischiare? Meglio andare sul sicuro. Ad essere onesti, si fa per dire, nel caso del Coc della Protezione civile la trama è molto più movimentata. E stavolta il finale riserva più di una sorpresa. Diciamo che è un cinepanettone con labili venature gialle. Il film sfocia in un crime a stelle e strisce: per non perdere il canovaccio bisogna “seguire i soldi”. Sulla scelta dei registi si punta sempre sull’esperienza. Sono loro che muovono i tasselli facendo alla fine combaciare tutti i pezzi, in ossequio a quanto commissionato dal produttore. Nella vicenda tribolata dei lavori di demolizione e ricostruzione del Centro operativo comunale di Protezione civile dietro la macchina da presa si sono alternati Gino Massaro, per poco tempo, prima di andare in pensione, e senza incidere un granché, Piero Cappello, numero uno del “genere”, e Giacomo Petrarca, plenipotenziario dell’ufficio tecnico dopo il defenestramento del povero Cappello, prima “scelto” e “coccolato” dal sindaco Guida come responsabile dell’area Lavori pubblici, poi “cestinato” senza colpo ferire in seguito alle sue vicende giudiziarie, anch’esse note.

INCARICO ALLO ZIO DI ERIKA ALMA E LA DITTA RIFIUTA L’APPALTO DI 150MILA EURO

Dopo l’ok al piano di fattibilità l’allora responsabile dell’Utc Massaro, il 30 dicembre 2020, tramite il sorteggio dei professionisti presenti nell’albo dei tecnici di fiducia del comune, conferisce l’incarico di progettista all’ingegnere Giovanni Feliciello. Parcella di 5.075 euro. Qui ci viene una citazione di Er Pomata riadattata dal celeberrimo film Febbre da cavallo: “Beato te, che sei Feliciello”. Nel marzo 2021 l’esecutivo vara il progetto esecutivo. E nel settembre 2021 l’ingegnere Feliciello diventa Felicissimo. Cappello gli affida anche l’incarico di direttore dei lavori per altri 7.232 euro. Serve anche un collaudatore. Viene scelto, manco a dirlo, mediante trattativa con un unico operatore economico. Et voilà. La fortuna bacia l’ingegnere Luigi Marrandino, zio di Erika Alma, compagna del sindaco Guida. Importo: 3.442 euro. Nel 2022 è necessario adeguare il progetto al prezziario regionale dei lavori pubblici. Viene fatto. E nel gennaio 2023 si procede all’affidamento dei lavori. A chi spetta l’onere? Ovviamente a Cappello. Il funzionario non si perde in chiacchiere. E conclude la trattativa con un unico operatore economico. Verrebbe da dire: “Ancora? Che palle!”. Però bisogna fare in fretta. “Snellire, sburocratizzare”, tuonerebbe Salvini. Giustissimo. Ma ci sia concessa una domanda: una trattativa, ad esempio, con cinque operatori economici è così complessa? Per nulla. Un’ultima cosa: con più concorrenza non si riducono i costi e non si migliora la qualità della prestazione professionale esterna? Certo che sì. Ma il must del comune di Cesa è la trattativa con un unico operatore economico. Punto e basta. Andiamo avanti. Finalmente il 9 marzo 2023 l’appalto è affidato alla Duval Costruzioni, con sede legale in via Nobel ad Aversa. Ribasso del 7% per un’opera da 149.539 euro. Quasi un anno dopo, il 9 febbraio 2024, l’appalto viene clamorosamente revocato. Il provvedimento è adottato da Petrarca, divenuto il dominus dell’Utc dopo la brusca parabola discendente di Cappello. Che è successo? La Duval Costruzioni comunica di “non poter accettare l’affidamento dei lavori a causa di problematiche nel reperimento della manodopera”. Se abbiamo ben compreso la ditta non aveva operai. Capito? Da oggi finiamola con la tiritera che in Campania c’è un tasso di disoccupazione altissimo. Il problema è che non ci sono lavoratori. Lavorano tutti. Al punto che le aziende edili non hanno manodopera.

DUE INCARICHI AL CUGINO DELL’ASSESSORE MARRANDINO, UN TECNICO SCAPPA

Arriviamo al 15 aprile 2024. Per alcuni tratti la determina n. 353 firmata da Petrarca è un capolavoro di postmodernismo amministrativo. Si legge: “Il Comune di Cesa ha costituito un elenco di operatori economici dal quale attingere per l’affidamento in economia di lavori, servizi e forniture”. Nel caso di specie, l’affidamento in economia ammonta a 143.810 euro. E che economia! Ma Petrarca cambia registro filmico. Basta trattative con un unico operatore economico. Molto meglio(?) l’offerta per trattativa privata. Se poi il ribasso si riduce dal 7 al 2% è un dettaglio. “Considerato che – recita un altro stralcio della determina – il prezzo di affidamento dei lavori in oggetto può ritenersi congruo, in termini di prezzi/qualità, tempi e modalità di consegna, ecc., sulla base di specifica valutazione estimativa operata dal Responsabile del Servizio… Determina di affidare i lavori a Ruel Costruzioni di Eligibile Giuseppe, con sede legale ad Afragola, per un totale di € 158.191”. Il prezzo è congruo nonostante il ribasso sia del 2%, mentre quello della Duval era del 7%. Del resto è un affidamento in economia. E la nuova ditta, con estrema coerenza, ha fatto economia.

Umberto Marino e Alfonso Marrandino

Ma come in tutti i thriller che si rispettino c’è il colpo di scena finale. Anzi due. Il 19 giugno 2024 il buon Petrarca conferisce all’ingegnere Umberto Marino l’incarico esterno di coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori per complessivi 4.694 euro. Marino, Marino, Marino… “Questo nome non mi è nuovo”, si chiederebbe Totò. Ah sì, è il cugino acquisito dell’assessore Alfonso Marrandino (cugino di primo grado della moglie), delegato tra l’altro proprio alla Protezione civile che, tornando a Febbre da cavallo, ci ricorda Manzotin. Si fa per scherzare, all’assessore non manca il senso dell’umorismo. In questo caso siamo alla metaletteratura. L’altro Petrarca, il poeta, rispetto al nostro Petrarca, è una pippa. Prima di leggere un altro passo della determina mettete in sottofondo una sonata di Beethoven: “L’ing. Umberto Marino, contattato per vie brevi si è dichiarato disponibile all’esecuzione del servizio di che trattasi”. Assa fa’ a Maronna, Marino ha accettato 4.694 euro senza andare per le lunghe. Fine della storia? Calma, calma. C’è il secondo coup de théâtre. Il 27 giugno 2024 l’ingegnere Giovanni Feliciello, di cui sopra, rinuncia all’incarico di direttore dei lavori. È una macumba. Ma poiché non è vero ma ci credo, soleva dire il grande Eduardo, sono consigliati accurati gesti apotropaici. Chi è l’unico al riparo dagli effetti malefici dei riti vudù? Ovviamente l’ingegnere Umberto Marino. Nel giro di 24 ore il cugino dell’assessore Marrandino ottiene da Petrarca anche la direzione dei lavori. Un incarico da 6.217 euro che sommato all’altro fanno in totale 10.911 euro. Anche stavolta Marino accetta per vie brevi. E sì, ma quanti convenevoli. Si tratta dei lavori di demolizione e ricostruzione del Centro operativo comunale di Protezione civile mica di rifare il colonnato di San Pietro. Ops! Proprio oggi tale architetto Gian Lorenzo Bernini ha rinunciato all’incarico. Niente paura. Anche in Vaticano stanno pensando di risolvere per vie brevi. Cesa fa scuola.

Mario De Michele

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