L’Unione europea ha dato il via libera ai 670 milioni di aiuti per l’Emilia Romagna messa in ginocchio dal terremoto. Ma è caos per i bilanci europei 2012 e 2013, mentre monta la tensione per il vertice che la prossima settimana dovrà definire il ‘bilancio pluriennale’ 2014-2020. Intanto tornano a rischio le borse Erasmus ed i pagamenti dei fondi per ricerca e sviluppo, per la coesione e per i programmi sociali. E’ l’Italia l’unica vincente in una febbrile giornata di mercanteggiamento sui budget.

Il premier Mario Monti esprime la sua soddisfazione durante la conferenza stampa con David Cameron, il ‘mister no’ dell’Europa. “Nei giorni scorsi ci siamo intensamente adoperati per arrivare ad un giusto e doveroso risultato”, dice Monti, pensando a tutto il lavorio compiuto dal ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero. Ma anche i relatori italiani del Parlamento europeo, Giovanni La Via e Francesca Balzani, hanno fatto la loro parte per sbloccare i fondi per l’Emilia che erano finiti ostaggio del mercanteggiamento sui bilanci. Il via libera al fondo di solidarietà per l’Emilia Romagna é arrivato a maggioranza qualificata. Gran Bretagna, Olanda e Svezia hanno confermato il ‘no’ espresso venerdì scorso quando si era interrotta una prima volta la trattativa. Hanno precisato che ne facevano una questione di modalità di pagamento e che non avevano nulla contro l’Italia o contro il principio della solidarietà. Ma hanno comunque detto no. Germania e Finlandia invece hanno cambiato posizione. “Ed abbiamo dimostrato che l’Europa sa mantenere gli impegni”, ha esultato l’ambasciatore permanente dell’Italia presso la Ue, Ferdinando Nelli Feroci. Resta invece per ora senza soluzione il nodo del bilancio 2012 e della manovra correttiva da 9 miliardi chiesta il 26 ottobre scorso dal Commissario al Bilancio Janusz Lewandowski per poter onorare le fatture già presentate all’incasso (con l’Italia al primo posto, con 1,8 miliardi da incassare). Di quello del 2013, rivelano fonti diplomatiche, in realtà non si é neppure parlato. Tutto lo scontro si è concentrato tra i ‘rigoristi’ guidati dalla Gran Bretagna che chiedono di fatto a Bruxelles di rinviare una parte di pagamenti o di “raschiare il barile” trovando fondi da altre poste di bilancio. Un atteggiamento di fronte al quale il Parlamento europeo ha deciso di dire no. Lo ha annunciato il presidente Martin Schulz, durante la conferenza stampa al termine del vertice dei leader dei 15 paesi ‘Amici della Coesione’, pochi attimi dopo aver ribadito che pensando al bilancio pluriennale non è pensabile tagliare appunto quei fondi di coesione che sono il principale motore per la crescita delle regioni deboli d’Europa. Ottenuto il via libera per l’Emilia, posto come condizione preliminare, i mediatori del Parlamento si sono comunque presentati in serata al Consiglio. Ma solo per constatare che la fumosa proposta presentata dalla presidenza cipriota come base di possibile discussione era “irricevibile”, secondo La Via, perché comunque non salvaguardava il principio di mantenere gli impegni e la puntualità dei pagamenti.

 

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