BARONISSI – Anche Baronissi beneficia della “finestra” aperta dal Ministero delle Finanze sul patto di stabilità. Con il decreto n.41843 del 14 maggio scorso è stato accordato al Comune uno spazio finanziario pari a 2 milioni e 433mila euro, ovvero la cifra necessaria per estinguere i pagamenti dei debiti di spesa per investimenti maturati al 31 dicembre 2012 senza incorrere in sanzioni. Lo sblocco dei pagamenti è avvenuto a seguito della richiesta e relativa concessione di spazi finanziari relativi al patto di stabilità di 2 milione e 433mila euro (prima tranche) e 371mila euro (seconda tranche).

Il pacchetto è ripartito in due voci: la prima, che ammonta ad 1 milione e 533mila euro, servirà per i debiti non ancora estinti; la seconda, del valore di 900mila euro, per ricalibrare i debiti già estinti con fondi comunali.

Inoltre, è stata accordata una richiesta di liquidità alla Cassa Depositi e Prestiti per un importo complessivo pari a 907mila euro, necessari a saldare i debiti contratti dalla Regione Campania verso le aziende che hanno eseguito opere pubbliche sul territorio comunale legati a progetti finanziati proprio dalla Giunta Caldoro. L’erogazione del fondo avverrà in due tranche ed i pagamenti alle ditte saranno effettuati per ordine di anzianità. Entro settembre-ottobre saranno estinti i debiti attualmente in agenda.

«L’istituzione del fondo da 5 miliardi di euro è sicuramente una boccata d’ossigeno per le pubbliche amministrazioni – sottolinea il sindaco Giovanni Moscatiello – il nostro è un Comune “virtuoso” sotto il profilo della gestione finanziaria. Abbiamo chiuso il rendiconto 2012 con un avanzo reale di 1 milione e 300mila euro ed abbiamo sempre avuto i conti in ordine negli ultimi quattro anni, calibrando una piattaforma economica su investimenti e servizi, da una parte, rigore e alleggerimento fiscale, dall’altra. Le norme sul patto di stabilità vanno rispettate – conclude l’assessore al Bilancio Sarel Malan – ma sono estremamente restrittive e penalizzanti per quei Comuni “virtuosi” come Baronissi che, pur avendo a disposizione risorse, non possono usarle per investimenti sul territorio».

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