Decine di lampedusani presidiano da questa mattina il Comune di Lampedusa per protestare contro l’incendio appiccato ieri da un gruppo di immigrati tunisini al centro di accoglienza ma soprattutto perche’ chiedono che i tunisini non girino liberamente per l’isola. Il Comune si trova proprio di fronte al campo sportivo dove oltre 300 tunisini hanno trascorso la notte all’addiaccio per l’inagibilita’ di gran parte della struttura incendiata.

“I miei concittadini -spiega il sindaco Bernardino De Rubeis- hanno ragione e mi chiedono che i tunisini spariscano dalla loro vista. E’ una situazione che non puo’ continuare. Il Viminale deve intervenire al piu’ presto”. intanto si cerca di velocizzare la macchina dei trasferimenti in seguito alla rivolta dei tunisini che si oppongono al rimpatrio. Allestito un poderoso ponte aereo con la previsione di diversi voli per evacuare gran parte dei circa 1.300 tunisini. L’operazione e’ stata disposta dal ministero dell’Interno ed e’ condotta attraverso la questura e la prefettura di Agrigento. Nella notte gia’ duecento persone sono state trasferite con due C130 dell’Aeronautica militare a Sigonella, tappa per il successivo trasferimento. Ma, spiegano dalla questura, si tratta solo dei primi di una lunga serie di voli. Da tempo il sindaco Bernardino De Rubeis, che ieri aveva parlato di “uno scenario di guerra nel quale i lampedusani sono pronti a reagire”, chiedeva un’accelerazione dei rimpatri. I tunisini hanno passato la notte divisi tra l’unico dei tre capannoni del centro di accoglienza ancora agibile, l’area dello stadio comunale e una struttura del porto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui