La nuova frontiera del clan dei Casalesi e’ la grande distribuzione. I milioni di euro che arrivano dai traffici illeciti vengono ripuliti in ipermercati che nascono dal nulla e in poco tempo. La Guardia di finanza di Napoli ha sequestrato l’intero capitale sociale del centro commerciale “Gioli'” a Castel Volturno,

localita’ in provincia di Caserta, sotto lo stretto controllo del gruppo che fa capo al boss detenuto Francesco Bidognetti, una delle due fazioni di Casalesi. Secondo l’indagine della Procura di Napoli, retta da Giandomenico Lepore, coordinata dall’aggiunto Federico Cafiero de Raho, l’ipermercato composto da 60 negozi tra cui bar, pizzerie e supermercati, era sotto il controllo di Tammaro Diana, esponente in ascesa della cosca dei Casalesi, gia’ in carcere per il reato di 416bis perche’ accusato da decine di collaboratori di giustizia. In capo alla societa’, i finanzieri del Nucleo Tributario di Napoli – coordinati dal neocomandante Nicola Altiero – del Gico di Napoli e dello Scico di Roma hanno scoperto una “cassaforte” che veniva puntualmente “ricaricata” di soldi da parte della cosca che intendeva in tal modo ripulire milioni di euro. Le indagini hanno permesso di individuare, sulla scorta di elementi di criticita’ e dati significativi, ovvero precedenti penali, conti correnti, flussi finanziari, controlli di polizia, tutti i beni nella disponibilita’ di Tammaro, unico indagato dell’inchiesta, e del suo nucleo familiare, i quali erano detenuti senza alcuna giustificazione lecita alla luce dei redditi dichiarati. L’indagine in particolare ha riguardato 17 persone fisiche e 11 persone giuridiche, ricostruendo il patrimonio posseduto direttamente o indirettamente, mediante interposizione fittizia di beni, dall’indagato. Sono stati per questo sequestrati 6 automezzi per un valore di 60mila euro, 25 quote sociali per circa 50 milioni di euro, 11 fabbricati del valore di un milione di euro, 2 terreni e 37 conti correnti. Gli investigatori per arrivare a Tammaro hanno usato un sofisticato sistema informatico denominato “Molecola”, in grado di incrociare tutti i dati di un soggetto e calcolarne l’eventuale sproporzione tra quanto posseduto e quanto dichiarato. In tal modo si riesce a comprendere se ci sono o meno i margini per un’evasione di tasse o in casi ancor piu’ gravi di riciclaggio. “Sequestrare beni ai clan e’ il nostro primo obiettivo – afferma il procuratore aggiunto della Dda partenopea, Federico Cafiero de Raho -. Colpendo le cosche nel “cuore” del loro impero economico si creano danni irreparabili che rendono piu’ debole la cosca”.

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