Una zona cuscinetto di quasi un chilometro di diametro terra’ i manifestanti No Tav lontano dall’area del cantiere della Maddalena, domenica prossima, nei boschi di Chiomonte. E forse sara’ una delle misure che riuscira’ ad evitare incidenti perche’

”se le forze dell’ordine lanceranno lacrimogeni e la Val Susa si riempira’ di fumo” i No Tav ritireranno ”in buon ordine”. La linea, indicata da uno dei leader storici del movimento, Alberto Perino, e’ stata approvata in nottata, nella riunione del Movimento che si e’ svolta a Villar Dora, proprio per organizzare la manifestazione di domenica. ”Nessuno di noi – ha aggiunto Perino – puo’ permettere che accada il minimo incidente. Chi non accetta queste condizioni – si pone automaticamente al di fuori del movimento e della manifestazione. Verra’ dato un segnale, se sara’ il caso, per tornare tutti alla baita”. A Chiomonte, domenica, non ci sara’ ”una zona rossa – precisa il sottosegretario all’Interno Michelino Davico, all’indomani del vertice che ha presieduto alla Prefettura di Torino – ma una zona di tutela di un cantiere, di persone che ci lavorano dentro, di strutture depositate per la realizzazione del tunnel”. Intanto ai sindaci di Chiomonte e Giaglione, i Comuni attraversati dalla marcia, e’ stato chiesto di rimuovere ogni tipo di ostacolo potenzialmente pericoloso che si trovi sul tracciato lungo il quale sfilera’ il corteo, al quale sono attese migliaia di persone. In Valle di Susa e’ gia’ stato notato l’arrivo di No Tav provenienti da altre regioni e la preoccupazione e’ palpabile. ”E’ stata molto positiva – commenta il governatore del Piemonte Roberto Cota – la decisione del Comitato di sicurezza di fissare dei paletti precisi, perche’ qualcuno voleva utilizzare la manifestazione per ripetere le cose fatte a Roma”. Il sindaco di Chiomonte Renzo Pinard preferisce essere ottimista. ”Penso positivo, sono abituato a farlo. E credo anche sia stata creata un’attesa esagerata, soprattutto da parte dei giornali e dello Stato”. Pinard, sindaco di centrodestra al quinto mandato – che scadra’ nel 2014 – si definisce un ‘non contrario’ alla Torino-Lione ma non nasconde i suoi timori: ‘Non vedo un garante che mi dia la sicurezza che l’opera si fara’ davvero e che non si fermera’, invece, al tunnel geognostico”. Per scavare la galleria esplorativa serviranno quattro anni. In questi giorni sono in corso i carotaggi iniziati il 4 ottobre. ”Pretendo – dice Pinard – che fuori, quando si scavera’ la galleria dal cantiere, sia allestito un laboratorio indipendente per esaminare materiali estratti e informare di giorno in giorno i cittadini. Nei prossimi giorni spero di poterne parlare con la Ltf (la societa’ responsabile della parte comune del futuro collegamento ferroviario, ndr)”. Per Pinard, il dispiacere piu’ grande ”e’ l’avvelenamento dei rapporti umani che si e’ prodotto, da una parte i No Tav dall’altra i Si’ Tav. L’opera si potra’ fare o no – dice – questa ferita sociale c’e’ gia’. Purtroppo, c’e’ chi non accetta il dialogo, crede di possedere la verita’. Sbagliano anche i sindaci ‘No Tav – dice ancora il primo cittadino di Chiomonte – si lamentano di non essere stati ascoltati dalle istituzioni, ma loro sono disposti a discutere solo se si parte dall’assunto che la Torino-Lione non si deve fare”. Con i ‘No Tav’ Pinard si trova d’accordo sulle critiche al progetto ”troppo mutevole. Prima – spiega – la linea doveva passare sul versante sinistro, poi e’ stata spostata a destra, poi e’ spuntata l’opera low cost, non ci si si capisce piu’ niente, i dubbi si alimentano: su questo non posso dare torto ai comitati No Tav”.

 

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