“Io penso che ci sia stato un danno per l’uomo. Onestamente non sono in grado di certificarlo, ma ritengo che il tipo di inquinanti che abbiamo al momento trovato, soprattutto tricloroetano, diclorobenzene e dicloroetilene, sicuramente non fanno bene alla salute. Non ne abbiamo ancora la prova scientifica, non sappiamo cioe’ se e in che misura questi inquinanti pericolosi possano trasferirsi dall’acqua all’uomo, ed e’ questa la risposta che deve fornirci rapidamente l’Istituto Superiore della Sanita’”. Mario Di Biase, commissario dal 4 agosto del 2010 per la bonifica dell’area giuglianese, nel napoletano, e dei laghetti di Castelvolturno, nel casertano, tira le somme del lavoro fin qui svolto sui pozzi spia nell’ex area Resit e di quello che sara’ il cronoprogramma dei prossimi mesi, lanciando anche un appello agli enti coinvolti in questo progetto affinche’ diano la massima collaborazione.

“Siamo stati bravissimi in 30 anni ad avvelenare questa terra e scaricarci di tutto e di piu’, senza alcun controllo – dice – ma quando poi si vuole mettere mano, siamo il Paese che ha le procedure piu’ complicate e incredibili. Mettere insieme decine di enti e competenze che solo per fatto di dire che esistono devono far volere i loro veti, e’ l’ostacolo maggiore che fino ad oggi ho incontrato, perche’ ci da la certezza che si perde tempo prezioso. Nonostante cio’ penso, a distanza di 9 mesi dell’incarico, di poter presentare dei primi risultati, e se continuiamo cosi’, di riuscire a dare qualche elemento di serenita’ in piu’ ai cittadini delle zona, agli operatori economici e soprattutto ai consumatori che e’ la cosa che mi preme di piu'”.

Per la messa in sicurezza e la bonifica dell’area ex Resit di Giugliano, 220 ettari piu’ terreni agricoli e una area in localita’ ‘San Giuseppiello’ di spandimento di fanghi non autorizzato, e dei laghetti di Castelvolturno, la presidenza del Consiglio dei Ministri, su richiesta dell’ assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano, ha stanziato 50 milioni di euro per far partire immediatamente i lavori di bonifica. Soggetto attuatore degli interventi la Sogesid, referenti la Procura di Napoli e quella di Santa Maria Capua Vetere.

Un intervento deciso ad horas, vista la gravita’ della situazione descritta dal consulente della Procura, il geologo Giovanni Balestri, una relazione nella quale si parla per l’area nord di Napoli di “disastro ambientale” provocato dalle infiltrazioni nel terreno di agenti dannosi e anche cancerogeni provenienti dalle discariche gestite dall’imprenditore Cipriano Chianese, accusato di legami con i Casalesi, dove aveva sversato tra l’altro anche il colorificio Acna di Cengio

Infiltrazioni che, a dire del geologo, avrebbero provocato l’avvelenamento della falda acquifera sottostante gli impianti. Dall’avvio degli interventi, sono noti al momento i risultati delle analisi effettuate su 15 pozzi, situati vicino alla area della discarica: solo uno, il piu’ lontano, e’ completamente pulito, tre hanno livelli altissimi di inquinamento, gli altri 11 sono tutti oltre la soglia dell’eventuale contaminazione. “A settembre aspettiamo i risultati di altri 75 pozzi che stiamo caratterizzando per un quadro piu’ chiaro e piu’ esteso – spiega Di Biase – per sapere con piu’ certezza l’ampiezza dell’ inquinamento”.

Nelle more di completare questa filiera, il sindaco di Giugliano Giovanni Pianese ha comunque e in via precauzionale interdetto i pozzi che commissario, Sogesid e Arpac hanno certificato inquinati. Terminate le indagini previste dal ‘I Stralcio per l’attuazione del Piano di Caratterizzazione dell’ Area Vasta’ si passa ora ai progetti esecutivi e preliminari per la messa in sicurezza dell’area. “Ma e’ fondamentale per il prosieguo del nostro lavoro – conclude Di Biase – la relazione dell’analisi di rischio sanitario. Attendiamo che l’Istituto Superiore della Sanita’ ci trasmetta i protocolli di campionamento per la procedura della raccolta dei prodotti vegetali ‘ortofrutta e foraggio’, una procedura che in Italia ancora non esiste. Solo alla luce di queste determinazioni sara’ possibile valutare lo stato di contaminazione di un sito per la destinazione d’uso prevista e valutare l’efficacia degli interventi di bonifica messi in atto”. In caso di accertamento di contaminazione, aggiunge il commissario, si valutera’ con l’assessorato regionale all’Agricoltura a un adeguamento della attuale rete irrigua consortile di superficie, al fine di consentire l’eventuale sostituzione della risorsa idrica di falda con quella superficiale consentendo il proseguimento delle attivita’ agricole e non altrimenti coltivabili, e eventuali accordi di filiera nel settore agricolo no food per le aziende agricole localizzate in aree contaminate e non atrimenti coltivabili. “Finalmente per Giugliano sono in corso le attivita’ necessarie per il risanamento ambientale – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano – un obiettivo che ci siamo posti, sbloccando le risorse necessarie. E’ giusto che si conoscano ora i confini esatti dell’inquinamento”.

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