NAPOLI – Lo scenario musicale campano offre una varietà di band emergenti che dimostra, non solo, che gode di ottima salute ma che si cimenta in contesti non convenzionali ed aperti a nuovi generi e sonorità. Proprio in questo periodo,

in cui la musica commerciale spadroneggia e impone i suoi banali modelli di ascolto, c’è bisogno di una forte dose di originalità che contrasti con quelle che sono le ferree e volgari regole del “business”, improntate alle, sempre più scontate, leggi del facile guadagno ma che rappresentano un fastidio, pressoché insopportabile, per le nostre orecchie. Ed è per questo motivo che noi amanti della musica sentiamo l’esigenza di nuova e vitale linfa dove l’ascoltatore medio e non sia propenso ad un tipo di musica più “nobile”.

Il primo gruppo su cui ci soffermiamo si chiama Metrosoundsud ed è capeggiato dal cantautore Antonio Esposito, che sin dall’inizio della sua carriera, nel 2001, pone al centro delle sue tematiche brani di interesse sociale che mettono in evidenza le difficoltà del vivere quotidiano come lo sfruttamento, l’invisibilità, l’ambiente e le ingiustizie. Brani molto apprezzati, tra gli altri, dagli Almamegretta e dal grande Enzo Avitabile, con il quale Esposito è in ottimi rapporti di amicizia. Successivamente, nel 2008, partecipa alla rassegna di Piedigrotta a Napoli con il brano “O munno de criature”, che riscuote un discreto successo. Nello stesso anno incontra Tommaso Amorino, virtuoso chitarrista e musicista dotato di grande sensibilità e bravura. Dall’incontro tra i due nasce un legame basato su stima, intesa e complicità.

I Metrosoundsud sono fondamentalmente un gruppo acustico – popolare che spazia anche in altri contesti laddove il folk , tradizionalmente, non entra , ma che dà il meglio di sé attraverso le sonorità e la cultura mediterranea, senza rifuggire dall’influenza di mostri sacri sia stranieri che italiani (Nuova Compagnia di Canto Popolare, Eugenio Bennato, Giovanni Mauriello). Una delle caratteristiche dei Metrosoundsud è la costante ricerca di suoni che parte dalla migliore tradizione popolare campana e che continua attraverso l’uso di strumenti come il bouzochi irlandese e il mandolino portoghese. Una sonorità che collega la band, attraverso una riuscita sintesi e amalgama musicale, al folk europeo condividendone finalità ed intenti.

I tappeti melodici ed armonici che disegnano il duo Esposito – Amorino mettono in risalto i valori della pace e il profumo della madre terra in netto contrasto con la società di oggi, lasciandosi trasportare dalla loro sensibilità, creatività e cultura musicale. A novembre presenteranno l’ultimo lavoro intitolato “Capemmur”.

 

Componenti del gruppo: Antonio Esposito (testi , musica , arrangiamenti , voce e fiati), Tommaso Amorino (arrangiamenti, chitarre, bouzochi irlandese e mandolino portoghese), Massimo Capocotta (fisarmonica), Leonardo Chianese (basso), Laura Esposito (cori), Salvatore Petrone (collaboratore nelle fasi di registrazione).

Di tutt’altro genere sono , invece , gli AvantGarde , fondati dal leader e cantante Gianluca Miniati nel 2009, il quale elenca in modo originale le cifre distintive del gruppo: “ Noi siamo 4 ragazzi napoletani spinti da manie ossessive compulsive di natura musicale che fondono i loro diversi background nel progetto AvantGarde. Siamo funk , elettro , Beatles , Rolling Stones!”.

La loro musica è un mix di rock-pop e di elettronica che transita anche verso il contesto house, senza dimenticare i grandi classici , come i Beatles , che rinnovano con sapienza attraverso la canonica strumentazione di una band rock ‘n roll ( chitarra, basso e batteria ) e l’aggiunta di sintetizzatori che danno alle loro canzoni un’atmosfera degna della migliore New Wave.

Oltre ad avere all’attivo numerosi concerti nella’area napoletana e non (si esibiscono anche nella capitale ), gli AvantGarde , nei loro spettacoli , mostrano uno spiccato gusto per le performance live , condite da effetti visivi e giochi di luce innovativi che lasciano il segno. I brani hanno il punto di forza in una immediata e deliziosa semplicità, fatta di suoni puliti, di melodie lineari e ritornelli estremamente orecchiabili. Ne è dimostrazione l’ultimo singolo “Sunday”, di recente uscita, che richiama vagamente il Beck vecchia maniera di “Odelay”, i Chemical Brothers e i Daft Punk.

Una miscela che mette in un armonico contrasto la spensieratezza del vivere ed insieme una riflessione sulle tematiche esistenziali. Oggi gruppi come questi li troviamo soprattutto nel Nord Europa ( Germani, Svezia ) e negli Stati Uniti e che rientrano, quasi esclusivamente, nel circuito underground . Per cui sapere che un genere come il synth – pop elettronico , quasi scomparso alla metà degli anni ’90, ritorna in auge ci stupisce. Ovviamente in positivo.

Componenti del gruppo: Gianluca Miniati (voce, batteria, synth), Marco Tammaro (chitarra, synth), Riccardo Ferrara (djing , sequencer, effetti), Attila Mona (basso, synth).

Fulvio Pannone

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