“Sono stato ad una manifestazione di genitori di ragazzi autistici, che si battono per la sensibilizzazione alle terapie Aba, ho incontrato persone meravigliose. Molti di loro sono stati, nelle settimane scorse, dal direttore generale dell’Asl per manifestare le loro ragioni. Ebbene, sembrerebbe che la stessa Asl intenda l’intervento Aba come un intervento sanitario e basta, e quindi trattabile da un centro di riabilitazione, ma è un intervento socio-sanitario. I neuropsichiatri infantili sono coloro che materialmente prescrivono la diagnosi ma non hanno competenze in Aba”. Così l’avvocato Alfonso Oliva, consigliere comunale ad Aversa e candidato alle regionali in Campania per Fratelli d’Italia, che ha presenziato ad un sit-in di genitori di ragazzi autistici dinanzi alla Prefettura di Caserta. A partire dal 17 gennaio scorso l’Asl di Caserta ha emesso una serie di delibere (n. 82 del 17/01/2020; n. 101 del 21/01/2020; n. 558 del 17/04/2020; n. 562 del 17/04/2020) che avrebbero dovuto avere come obiettivo quello di definire i requisiti dei soggetti erogatori autorizzati alla somministrazione dell’aba ad utenti minori affetti da autismo residenti nel territorio dell’Asl Caserta. Risultato?

“Genitori di utenti, soggetti erogatori, operatori e Bcba – spiega Oliva – sono sul piede di guerra, posto che i suddetti provvedimenti non hanno fatto altro che smembrare i team operativi e stravolgere, illegittimamente e totalmente, i requisiti dettati dal Board, unico organismo internazionale deputato a delineare le credenziali degli analisti del comportamento, al fine di tutelare gli utenti e la metodologia Aba in tutto il mondo. Tra le tante cose, basti pensare che per l’analista comportamentale responsabile del trattamento Aba per i soggetti affetti da Asd, il Board richiede come titolo di studio un Master Degree corrispondente alla Laurea Magistrale italiana, non prevedendo per tale ruolo né per il grado superiore Bcba-Doctoral alcun tipo di specializzazione post lauream, ad eccezione del corso di specializzazione in Analisi Applicata del Comportamento, che è cosa ben diversa dalla specializzazione in Psicoterapia espressamente richiesta nel bando pubblicato dall’Asl di Caserta”. “Pertanto, – conclude Oliva – quello che, fino a poco tempo fa, veniva definito ‘modello Caserta’ poiché consentiva di somministrare terapie con il sistema dei Voucher Aba, ottenendo buoni risultati rilevabili dalle relazioni bimestrali e dalla schede sottoscritte da operatori e genitori di utenti consegnate all’Asl dai soggetti accreditati, oggi è un ‘sistema pseudo Aba’ incapace di garantire l’erogazione di trattamenti efficaci ed etici finalizzati alla piena realizzazione del diritto alla salute”.

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