A differenza di altri interventi dell’opposizione, infarciti di propaganda e frasi fatte, quello di Marco Girone contiene i crismi della serietà. In merito alla crisi della maggioranza targata Franco Matacena, il consigliere del Pd pone l’accento su un punto cruciale: il civismo di facciata, ridotto a contenitore senza idee e con l’unico obiettivo di vincere alle comunali. L’analisi politico-amministrativa dell’esponente dem, come del resto anche quella espressa nei giorni scorsi da La Politica che serve, è profonda e va al cuore del problema, evidenza il “peccato originale” di una coalizione fondata e basata sui personalismi. Gli stessi personalismi che nel primo anno di amministrazione hanno condotto la città nelle sabbie mobili del pressappochismo e dell’inattività. “È bastata una mozione, un semplice atto di sfiducia politica, – sottolinea Girone – per far crollare il fragile equilibrio su cui si reggeva l’amministrazione Matacena. Un’amministrazione nata non da una visione condivisa o da un progetto per la città, ma da un’alleanza costruita unicamente per vincere. Senza identità, senza coerenza, senza un’anima politica”.

Franco Matacena e Giovanni Innocenti

L’esponente dem rimarca le contraddizioni del civismo di facciata. “Oggi, dopo un anno in cui si è visto tutto e il contrario di tutto, i nodi sono venuti al pettine. Aversa assiste a una scena surreale e drammatica al tempo stesso: una guerra pubblica tra il sindaco e il presidente del consiglio comunale, con la sua stessa maggioranza dilaniata da scontri interni, veleni e rese dei conti. I simboli di partito sono stati svestiti da tempo, messi da parte per nascondersi dietro un “civismo” di facciata, utile solo a coprire il vuoto politico e le contraddizioni insanabili. Ma quel civismo, oggi, si rivela per quello che è: un contenitore vuoto, utile solo a rimandare il momento della verità”.

E ora che “le maschere sono cadute” Girone auspica in prospettiva un vero cambiamento. “Questa maggioranza, nata per vincere e non per amministrare, – osserva il consigliere del Pd – è finita per autodistruggersi. E con essa, si chiude – si spera definitivamente – una stagione politica che ha bloccato la città, tradito le aspettative e disilluso chi sperava in un vero cambiamento. Aversa merita molto di più. E ora che le maschere sono cadute, spero che i cittadini abbiano aperto gli occhi. Perché la città non può più permettersi di sbagliare ancora”.

Sollecitato sull’ipotesi di un governo di salute pubblica, avanzata da qualche esponente del centrodestra, Girone non chiude pregiudizialmente l’uscio al confronto ma pone precisi paletti. “Su questo punto parlo a titolo personale perché non c’è stata ancora una discussione con il commissario e i militanti del circolo Pd. Una soluzione del genere sarebbe possibile soltanto partendo da due prerequisiti essenziali: in primis, un patto di consiliatura al massimo fino a febbraio 2026, basato su 2-3 priorità programmatiche, per scongiurare un lungo commissariamento dell’ente, in secondo luogo, una giunta tecnica di alto profilo, formata da assessori di qualità senza colori o indicazioni politiche. Ma non credo – ammette Girone – che ci siano le condizioni per un governo di salute pubblica. In maggioranza prevalgono e prevarranno sempre i personalismi, per cui gli interessi della città non saranno mai presi seriamente in considerazione”.

Mario De Michele

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