
Le elezioni sono ancora lontane o forse no! Tanto è che nel silenzio stampa degli addetti ai lavori qualcosa si sta muovendo. Dal centrodestra al centrosinistra chi si sta mobilitato porta lo stesso nome e cognome di sempre. È di alcuni giorni fa la notizia che la terna commissariale ha chiesto la proroga di sei mesi per cui le elezioni amministrative saranno spostate a novembre di questo anno. Intanto con questa notizia, la politica finora azzerata nel dibattito pubblico, annientata dai fatti di cronaca e dai provvedimenti del governo centrale, tenta di navigare sott’acqua per poi farsi trovare pronta il giorno della presentazione delle liste un mese prima della fatidica data delle urne.
Partendo dal centrosinistra il Pd pescando dal contenitore dei criteri, come alle giostre si fa con la vasca dei pesciolini rossi, tira fuori quello degli incontri bilaterali con i partiti all’opposizione di governo a Roma. Cosa c’entri questo principio con i problemi di un territorio martoriato come Caivano sarebbe bello scoprirlo, dato che di politico, visto il momento storico, non c’è proprio nulla ma anche questo è segno che il partito della Schlein in salsa gialloverde, lo stesso che ha rappresentato la fetta più grossa del consenso nell’ultima amministrazione sciolta per camorra, non sa proprio da dove partire. Uno dei primi incontri dei dem si è svolto col M5S del deputato Pasqualino Penza, ma ognuna delle parti in causa ha tentato di impressionare l’altra. Il Pd facendo passare il messaggio di godere sempre degli stessi candidati e delle stesse preferenze, mentre l’onorevole pentastellato asserendo che dalle stanze di Roma si vocifera di una candidata forte del centrodestra, nientepopodimenoché la sottosegretaria Pina Castiello. Insomma, da entrambi i partiti una sorta di “terrorismo psicologico”, senza alcun riferimento, forse per dimenticanza, o più probabilmente per convenienza, all’inazione politica a livello nazionale sul Modello Caivano, messo in discussione prima dai cittadini caivanesi e poi dalle più autorevoli testate giornalistiche.
Dopo il M5S, il PD ha incontrato i Verdi. L’unica domanda rivolta ai seguaci di Francesco Emilio Borrelli è stata se loro sul territorio esistono e se esiste una loro segreteria cittadina. Praticamente il segretario del Pd Franco Marzano, a quanto pare vive sulla luna. Lo stesso Marzano ha poi incontrato anche i rappresentanti di Azione, senza sapere che colui con cui ha parlato è un membro del direttivo provinciale e non il segretario cittadino, ossia Luigi Esposito che prontamente ha servito a Marzano un due di picche, con la motivazione che siccome il Pd non si è rinnovato e non si è assunto le proprie responsabilità politiche da primo partito sciolto per ingerenze criminali non vi fosse più la possibilità per proseguire l’interlocuzione. Il povero ma buono Franco Marzano sbaglia di nuovo interlocutore anche nel caso dei renziani, dato che il segretario di Italia Viva non è più Raffaele Sirico, che quindi non può intervenire a nome del partito. Ma il segretario dem vivendo sulla luna queste cose non le può sapere. E, siccome è convinto di stare a parlare con il gruppo politico territoriale di Renzi, esce soddisfatto dall’incontro, perché Sirico gli dà tutte le conferme che egli cerca, cioè l’adesione al progetto – quale non è dato sapere visto che il Pd non sa manco da dove partire – ad una sola condizione però: quella che il candidato sindaco deve essere un professionista, oppure imprenditore o un dipendente pubblico preso dalla società civile ed estraneo alla politica.
Ma sul fronte della politica del civismo non è che le cose stiano così bene. Ad Antonio Angelino resta poco, la sua “Caivano Conta” insieme alla lista dell’ex assessore Enzo Angelino nella quale si vocifera che forse candiderà il figlio Tobia e non si riesce a sapere se l’ex senatore Giacinto Russo riesca a fare la lista e se appoggerà alla fine Antonio Angelino, dato il suo conflitto di interessi col principale sponsor della Boys Caivanese – di cui l’ex senatore è il presidente – candidato alle elezioni regionali col partito Fratelli d’Italia, lo stesso partito che farà parte della coalizione di centrodestra alle prossime amministrative di Caivano. Intanto però l’ex senatore organizza riunioni in stile moti carbonari in quel di via De Gasperi a cui partecipa anche Antonio Angelino. A quanto pare, l’unico argomento di cui si parla e che dovrebbe addirittura diventare motivo di aggregazione e punto del programma elettorale sarebbe lo spostamento del comandante della polizia locale dalla posizione dirigenziale, a loro dire reo di essere troppo rigido e solerte nei confronti della cittadinanza, di essere dedito alle contravvenzioni e di aver depauperato le tasche caivanesi con l’installazione delle strisce blu e dei relativi parcometri. Evidentemente questi della politica del civismo sono così attenti alle esigenze dell’elettorato che memori del film “L’ora legale” di Ficarra e Picone tentano di correre ai ripari fin da subito.
Se Atene piange, Sparta non ride. Il centrodestra è stato interamente conquistato a colpi di amicizie e interscambio di favori politici dall’ex sindaco Simone Monopoli. La nomina a vicecoordinatrice cittadina di Fratelli d’Italia di Maria Fusco ne è la prova provata. Da indiscrezioni raccolte in esclusiva sembrerebbe che la coalizione verrà formata interamente grazie alle facoltà dell’ex sindaco di poter o saper aggregare persone e sarà costituita da tre liste: Fratelli d’Italia, Idea Nuova e Lega. Il cardiologo piazza la sua vicecoordinatrice nel partito della fiamma e la lista sarà formata dalla neo coordinatrice Giovanna Palmiero, a cui sarà demandata anche la responsabilità di trovare la sintesi al progetto, mentre Monopoli sarà candidato alle elezioni regionali proprio nelle file di Fratelli d’Italia. Questo è il ticket strappato a Caivano tra Giovanna Palmiero, la consigliera che un giorno sì e l’altro pure inneggia alla legalità dimenticando chi sono gli zii e i cugini del marito (clicca qui) e il sindaco Simone Monopoli, il primo a Caivano sciolto per infiltrazioni camorristiche e tutt’ora sotto processo con l’accusa di scambio politico-elettorale. Praticamente, volendo mirare alto, bella pubblicità per la Premier Giorgia Meloni che a distanza di due anni è passata dai blitz anticamorra al Parco Verde al passare il testimone del proprio partito alla moglie del cugino di un noto soggetto implicato nello spaccio di droga che fa accordi con un sindaco accusato di scambio politico elettorale.
Per sperare bene per le sorti di Caivano serve una dose massiccia di ottimismo. Mala tempora currunt. Ancora.
Michele Apicella