Gli Stati Uniti sostengono gli “sforzi dell’Italia e dell’Unione Europea” e, incoraggiati dai progressi delle ultime settimane, guardano con molto interesse al vertice europeo che si apre oggi a Bruxelles. L’incontro fra il segretario al Tesoro Tim Geithner e il premier e ministro dell’economia Mario Monti dura circa un’ora nella sede della prefettura di Milano dove il professore di Varese illustra la Manovra approvata dal cdm e ora sotto l’esame del Parlamento che spera lo “converta presto in legge”.

Quello di oggi oltre a essere una tappa del viaggio di Geithner in diversi paesi europei e alla Bce per discutere della crisi del debito sovrano, rappresenta un tassello importante del rapporto fra Italia e Stati Uniti che verrà rafforzato con la visita di Monti a gennaio alla Casa Bianca “in una data ancora da definire”. Geithner guarda con “estremo interesse” all’esito del vertice Eurosummit di cui discute con Monti i temi salienti: “abbiamo discusso – spiega il premier – dei passi verso una più stretta unione fiscale con eventuale modifica del trattato Ue e della costruzione di firewall per dare conforto alla zona euro” oltre al ruolo di coordinamento che il Fondo monetario “può avere nel far funzionare in modo armonioso l’intero mosaico in questa fase delicata”. Per Geithner quelle dell’Europa “sono sfide impegnative, ci vorrà tempo ma siamo confortati dai progressi delle ultime settimane”. Quindi il segretario loda la credibilità e il prestigio di Monti e il suo “forte programma di riforme economiche” contenute nel decreto ‘Salva Italia’, dicendosi sicuro che “l’Italia tornerà a crescere nel futuro non solo in Europa ma anche nel resto del mondo”.

Il premier Monti adesso volera’ a Bruxelles. E’ tutta in salita la strada che il vertice europeo di oggi e domani dovrà percorrere per mettere la moneta unica al riparo da un naufragio che rischia di travolgere non solo il progetto d’integrazione europea ma anche l’economia internazionale. I segnali giunti dalle capitali e dai mercati alla vigilia dell’appuntamento più importante nella storia dell’Ue sui due grandi capitoli al centro del summit – la riforma dei Trattati e il ‘muro’ finanziario da erigere a difesa dell’euro – sono stati tutt’altro che rassicuranti.

 

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