Si complica il dibattito sulla manovra estiva che il governo dovrà varare a fine giugno: al braccio di ferro tra i partiti della maggioranza sulla priorità da attribuire all’abrogazione dell’Imu o alla sterilizzazione dell’Iva, si aggiunge ora la voce degli industriali che, con il presidente Giorgio Squinzi, dicono che invece la vera urgenza è il taglio di tasse su lavoro e imprese. Da parte del governo le scelte definitive devono essere ancora essere prese, e il premier Enrico Letta avverte che non si può avere tutto e che qualche “no” arriverà per qualcuno.

Il Pdl ha oggi continuato a incalzare il governo, con i capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani, per chiedere lo stop all’Imu per tutti e all’aumento dell’Iva dal primo giugno, misure che nel complesso costano 8 miliardi l’anno, come ha spiegato giovedì il ministro Saccomanni. Anche il vicepremier Angelino Alfano ha detto che il Pdl si “batterà” per il doppio stop Imu-Iva; “Non è un capriccio ma l’obiettivo che ci siamo dati”, ha detto. Il Pd, con il responsabile Economia Matteo Colaninno, lancia l’idea di sterilizzare per 6 mesi l’Iva (2 miliardi) e esentare dall’Imu solo le fasce deboli (altri 2). Il coniglio dal cilindro lo ha tirato fuori il viceministro per l’economia Stefano Fassina, che ha la delega per la manovra: l’Iva, ha detto, si copre con l’Iva delle fatture che le imprese pagheranno grazie ai 20 miliardi che lo Stato darà loro per saldare i suoi debiti. Soluzione subito salutata con favore da Brunetta, ma che genera ancora dubbi in Saccomanni e nella Ragioneria Generale dello Stato. “Nessuno vuole aumentare l’Iva, ma bisogna trovare le risorse”, ha detto il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato. A cantare fuori dal coro è stato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, secondo il quale la priorità non é l’iva o l’imu “ma il costo del lavoro”, sia dal lato delle imprese che della busta paga del lavoratore. Per altro idea condivisa da Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Aifi. Parole, quelle di Squinzi, appoggiate dal Scelta Civica, con Linda Lanzillotta, ma confutate dal Pdl, con Deborah Bergamini. E Saccomanni? Il Titolare dell’Economia ha ribadito la necessità di rispettare gli impegni europei, il che si traduce in coperture certe per ogni uscita, per tutelare la credibilità del governo davanti agli occhi dei partner Ue e dei mercati. Il ministro è convinto che l’iniezione dei 20 miliardi di liquidità, con il pagamento dei debiti Pa alle imprese, avrà effetti positivi anche sui Conti pubblici, ma quantificarli è rischioso. E altrettanto importanti sono le misure di contesto a favore delle imprese, contenute nel decreto semplificazioni che sarà varato domani dal Consiglio dei ministri. Esse si tradurranno in un abbattimento dei costi, così come quelli dell’energia per l’eliminazione degli oneri impropri dalle bollette elettriche, altra misura che entrerà nel decreto. Ed è sembrato riferirsi alla coperta corta delle risorse il premier Letta, allorquando ha affermato che occorre “saper dire i ‘si” e i ‘no’, e molto spesso i ‘no’ devono essere molto di più dei ‘si'”.

 

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