NAPOLI – “Se non si argina il forte indebitamento del settore regionale che si occupa della “Gestione integrata delle Acque” i cittadini campani dovranno subire un ulteriore aumento della tariffa”. Lo ha reso noto Nicola Caputo Consigliere regionale e Presidente della Commissione Trasparenza a margine dell’audizione sul ciclo integrato delle acque a cui ha partecipato il coordinatore dell’area ) dott. Michele Palmieri. “Il sistema è in crisi e non adeguato a rispondere opportunamente alle direttive della Comunità europea. Il ciclo integrato delle acue in Campania è sotto esame proprio dall’UE, se non si interviene urgentemente – continua Caputo – si rischiano nuove e pesanti sanzioni”.

“Il problema dei lavori di somma urgenza – spiega il coordinatore dell’area 9 Michele Palmieri – riguarda tutto l’indotto delle aziende affidatarie: c’è un ritardo nei progetti da parte della Regione che ha accumulato un debito ormai consolidato di 180 milioni di euro per i lavori espletati negli anni passati e per i quali esistono diversi contenziosi. Ogni 100 milioni di euro spesi . continua Palmieri – se ne perdono 40 e questo a breve produrrà un aumento delle tariffe per i cittadini”. “A questo punto – insiste Caputo – è necessario ripensare a tutto il settore del ciclo delle acque, esistono convenzioni come quella con Acqua Campania che vanno riviste, in quanto in molti casi mancano le relazioni di rendicontazione sulle attività svolte e non c’è stata chiarezza sulle procedure di affidamento dei lavori di somma urgenza.” “Occorrono interventi radicali per fare in modo che la Regione si riappropri del ruolo che le compete se vogliamo tutelare la risorsa idrica e rendere più economica ed efficace la gestione” “C’è bisogno di una revisione strutturale nell’intero ciclo integrato dell’acqua. – continua Caputo – Un sistema che ha procurato fino e a questo momento all’Ente solo guasti pubblicizzando i costi e privatizzando gli utili”. “Bisogna razionalizzare e favorire il risparmio, il risanamento e il riuso della risorsa idrica, introducendo e sviluppando tecnologie appropriate per migliorare la gestione del settore, creando anche le condizioni per aumentare l’efficienza della gestione di acquedotti, fognature e depuratori, in un’ottica di tutela della risorsa idrica e di economicità di gestione”. “Per garantire disponibilità idriche adeguate per la popolazione civile e le attività produttive a costi contenuti – spiega Caputo – non c’è altra strada che dismettere il rapporto con le società che gestiscono attualmente il servizio, riappropriandosi del ruolo pubblico di un settore delicato come quello della gestione delle acque”. “Solo con la costruzione di un soggetto forte e pubblico – conclude il Presidente Caputo – si potranno dare garanzie agli utenti, attraverso la fornitura di un servizio appropriato ai cittadini, la riduzione di tariffe ancora troppo esose e allo stesso tempo rispettare l’esito popolare del recente referendum”.

 

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