NAPOLI – Nasce un tavolo tecnico tra Regione e i comuni dell’Area Flegrea per la questione della depurazione delle acque e dell’inquinamento marino. Un nucleo di lavoro al quale saranno chiamati a partecipare anche i comuni dell’area nord di Napoli, delle isole e dello stesso capoluogo partenopeo. Obiettivo: restituire maggiore protagonismo ai primi cittadini in ordine alla programmazione e al controllo sulla depurazione delle acque. E’ questo il primo risultato dell’audizione sul depuratore di Cuma tenuta questa mattina dalla III commissione speciale del consiglio regionale della Campania.

Con il presidente Antonio Amato, il vicepresidente Mafalda Amente e il consigliere Anita Sala hanno partecipato l’assessore all’ambiente della Campania Giovanni Romano, il sindaco, l’assessore all’ambiente e il presidente della commissione ambiente di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, Francesco Cammino e Michelangelo Luongo, il sindaco e l’assessore all’ambiente di Monte di Procida Francesco Iannuzzi e Nunzia Nigro, l’assessore all’ambiente di Bacoli Ettore D’Ellia,  il custode giudiziario degli impianti di depurazione Paolo Massarotti, il commissario liquidatore di Hydrogest Oreste Cardilo, il direttore provinciale di Napoli dell’ARPAC Nicola Adamo. «Si è avviato un processo virtuoso che coinvolgerà i primi cittadini dei diversi comuni interessati nel controllo e nella programmazione della depurazione delle acque e quindi per la prevenzione dell’inquinamento marino» affermano i consiglieri Amato, Amente e Sala «L’assessore Romano ha confermato la necessità di interventi strutturali per i 5 impianti di depurazione ex Hydrogest per i quali sono già individuati 242 milioni di euro. Ora bisognerà precedere con la progettazione definitiva e l’indizione delle gare. Serve tempo e nel frattempo è necessario completare gli interventi di rifunzionalizzazione dei depuratori  per i quali sono già stati investiti 35 milioni di euro di fondi propri dell’assessorato regionale. Condividiamo con Romano» affermano i componenti della III Commissione «anche la necessità di addivenire ad una nuova normativa regionale che ridisegni l’intero ciclo integrato delle acque e che dovrà essere emanata entro la fine dell’anno». Intervento non più derogabile anche per evitare i guasti del passato «L’assessore ha spiegato che la Regione continua a perdere i contenziosi giudiziari con Hydrogest perché negli anni non è stata garantita alla società di scopo la riscossione dei crediti derivanti dalle bollette idriche che tutti paghiamo» dicono Amato, Amente e Sala «E’ chiaro che le risorse per i depuratori devono venire dal ciclo integrato delle acque e che non può più essere la Regione a gestire gli impianti di depurazione ma dovrà essere individuato con gara pubblica un gestore unico per l’intero ciclo delle acque per ciascuno dei diversi ambiti». In attesa che questo avvenga si andrà avanti con la gestione in deroga di Hydrogest fino a settembre, quindi subentrerà il nuovo commissario ad Acta che dovrebbe essere nominato con O.P.C.M. nelle prossime settimane. Il commissario non avrà poteri straordinari e dovrà innanzitutto garantire una gestione stralcio per completare la messa a norma degli impianti, garantire la funzionalità degli stessi e il mantenimento dei livelli occupazionali (ad oggi  360 unità) attraverso i 65 milioni di euro che saranno garantititi dalla regione. «E’ importante inoltre» concludono i consiglieri regionali «che l’assessore abbia assunto l’impegno di sottoporre con urgenza a Caldoro la firma entro ferragosto del protocollo d’intesa per avviare il Progetto per i laghi flegrei che, con 65 milioni di euro, consentirà di completare le opere di collettamento con il depuratore di Cuma».

 

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