
Per l’amministrazione comunale è il giorno della verità. Non tanto per i febbrili incontri sul nuovo assetto in giunta, di cui gli aversani hanno giustamente le scatole piene, ma perché è in gioco la credibilità di Franco Matacena e della squadra di governo. Se nel preconsiglio previsto per oggi alle 18.30 prevarranno beceri tatticismi, a partire dal sindaco, tutti dovranno cancellare dal loro vocabolario i termini “bene della città”. Il re e i viceré si mostrerebbero nella loro imbarazzante nudità al cospetto della popolazione. Nessuno si potrà considerare assolto. Sarà limpido come il cielo d’agosto che la coalizione civica è animata esclusivamente dalla logica del potere per il potere, dell’accaparramento di poltrone e posti di comando. In un anno Matacena e company si sono giocati tutti i bonus. È il momento di una vera assunzione di responsabilità. Ed è il momento di dimostrare con atti e gesti concreti di essere in grado di assumersi la responsabilità di amministrare Aversa, altrimenti il concetto di “bene della città” apparirà in modo cristallino come una formula vuota, paravento di egoistici riposizionamenti.

Le deleghe all’Ambiente e all’Igiene urbana spettano ad Aversa Moderata. Non ci piove. Olga Diana non fa più parte del movimento di Giovanni Innocenti. E la richiesta degli zanniniani normanni è stata fin dall’inizio legittima e assennata. Il presidente dell’assise non ha mai chiesto la testa dell’assessore. Dopo aver preso una caterva di voti Diana si è dimessa da consigliere. Un aspetto che sul piano politico non può essere trascurato. Da qui il via libera di Innocenti alla sua permanenza in giunta. Allo stesso tempo non può essere trascurato il rafforzamento di Aversa Azzurra, passata da 2 a 4 consiglieri, o l’indebolimento di Noi Aversani, che ha perso il consigliere Ivan Giglio. A tutta vista sembrano tanti i nodi da sciogliere. In realtà basterebbe una piccola dose di buonsenso per superare un’impasse che si protrae da troppo tempo, mentre i problemi amministrativi aumentano e logorano l’immagine di una coalizione già fortemente minata da una gestione fallimentare in molti settori. Ricondurre tutti i mali al comparto ambientale è fuorviante e scorretto. Serve un complessivo rilancio amministrativo.

Tutto è nelle mani di Matacena. Per il suo parossistico temporeggiamento è rimasto col cerino in mano, facendo inasprire lo scontro interno, ma ora deve evitare di ustionarsi le dita. In ogni caso la soluzione non è impossibile. Basta un rimescolamento delle deleghe. Diana non potrà essere l’assessore al nulla cosmico. In cambio di Ambiente e Igiene urbana dovrà essere delegata a qualche altro settore importante. Se invece l’obiettivo è farla uscire distrutta allora bisogna avere il coraggio di dirlo pubblicamente. Non è lo scopo di Innocenti. Non dovrebbe essere quello di Federica Turco. In caso contrario Noi Aversani sbaglierebbe strategia cedendo il passo ai personalismi, per buona pace della politica e dell’amministrazione. Ripetiamo, è il momento in cui ogni deve fare la propria parte. A volto scoperto. Vale innanzitutto per Gianpaolo Dello Vicario. La narrazione del leader di Aversa Azzurra al massimo potrebbe andare bene nelle favoletta per bambini: “Noi non chiediamo niente”. Una posizione non solo demagogica ma soprattutto errata. Forza Azzurra ha raddoppiato il suo peso in assise. È sacrosanto il riconoscimento di maggiore visibilità, anche alla luce della “leggerezza” dell’assessorato in capo a Tania Barella. Per le competenze dei consiglieri azzurri non sarebbe peregrino ipotizzare l’attribuzione delle deleghe a Contenzioso e Pubblica istruzione. Se poi Ciccio Di Virgilio si impunta per entrare nell’Asi è un problema suo. Non si può avere tutto dalla vita. In questa fase delicata serve malleabilità, non rigidità. Il senso di responsabilità di cui sopra.

Dunque la matassa non è poi così ingarbugliata. Basterebbe che Matacena chiudesse i battenti dell’ufficio “Complicazione pratiche facili”. Con la disponibilità di Diana a cedere Ambiente e Igiene urbana, Aversa Moderata avrebbe raggiunto il proprio ragionevole obiettivo politico. Nel contempo a Diana va riconosciuta almeno una delega “pesante”, che potrebbe coincidere con quella alla Polizia municipale in modo da accorparla alla Smart City. In tal caso sarebbe lecito affidare ad Eufrasia Cannolicchio, assessore alle Politiche sociali, la delega ai rapporti con l’Asl, anche in funzione di una distribuzione più omogenea delle aree di competenza dei membri dell’esecutivo. Per quanto riguarda lo Sport e i Grandi Eventi spetterà al sindaco trovare una soluzione di buonsenso tenendo comunque presente il nuovo quadro consiliare della maggioranza. Matacena non può smarrire la stella polare dei numeri, diversamente da qui a qualche mese, se non giorni, si aprirebbe un’altra crisi. E sarebbe una pantomima ridicola oltre che tragica. Meglio dimettersi. Almeno il primo cittadino non perderebbe completamente la faccia.
Mario De Michele