Un problema grosso come una casa. Quella della famiglia dell’ex sindaco Vincenzo Gaudino. Il palazzo in via Bernardino Telesio ad Orta di Atella, realizzato a suo tempo dal padre dell’ex primo cittadino, è abusivo. In seguito a un sopralluogo i componenti dell’ufficio tecnico comunale e della polizia municipale hanno riscontrato addirittura 8 difformità rispetto alla licenza edilizia rilasciata dall’ente locale. Queste le gravi irregolarità urbanistiche: chiusura del vano scala che ha configurato un ampliamento per circa 16,00 mq; trasformazione in abitazione del porticato al piano terra con una superficie utile lorda di circa 125,00 mq (escluso il vano scala); variazione della quota di calpestio del piano terra posto a quota +0,36 m dallo zero del piano di campagna; ampliamento del primo e secondo piano con modifica della sagoma del fabbricato per la realizzazione di volumi al posto dei balconi; modifica dei prospetti e delle bucature; modifica della distanza dai confini che risulta inferiore ai 5.00 mt su tre lati; il piano interrato presenta una diversa distribuzione degli ambienti e infine diversa distribuzione degli ambienti interni ai piani fuori terra. In base alle visure catastali i proprietari degli appartamenti sono Salvatore Gaudino, Francesca Gaudino, Caterina Gaudino ed Emanuele Migliore, quest’ultimo in regime di comunione dei beni con Caterina Gaudino. Ai quattro possidenti il Comune ha ordinato entro 90 giorni la demolizione di tutte le opere abusive e ha intimato di rendere l’edificio conforme ai titoli rilasciati e alle prescrizioni degli strumenti urbanistico-edilizi. Il responsabile delle Politiche del territorio Rossella Gifuni, che ha firmato l’ordinanza, precisa nel provvedimento “che decorso infruttuoso il termine suindicato, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive verranno acquisite di diritto gratuitamente al patrimonio dell’amministrazione a cui compete la vigilanza sull’osservanza della presente ordinanza che dovrà provvedere alla demolizione e rimozione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a spese del responsabile dell’abuso”. E ancora: “L’accertamento dell’inottemperanza alla presente ordinanza di demolizione costituisce titolo per l’immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri immobiliari, che deve essere eseguita gratuitamente”. Nessun margine per la famiglia Gaudino: il palazzo va demolito o acquisito al patrimonio comunale. E pensare che, durante l’amministrazione targata Andrea Villano, l’allora consigliere di opposizione Vincenzo Gaudino votò, assieme a tutti gli altri esponenti dell’opposizione, per la sospensione del Puc approvato in assise da Angelo Brancaccio e company l’8 luglio del 2014. Proprio in base a quello strumento urbanistico l’immobile della sua famiglia presenta una decina di abusi edilizi. Forse l’ex sindaco sognava di “salvare” il palazzo del padre con un Puc ex novo? Missione fallita.

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