Vecchie cappelle funebri svuotate dei resti mortali, scassinate e rivendute all’insaputa dei titolari. E’ il ‘traffico’ che avveniva nel cimitero di Poggioreale, a Napoli, scoperto dalla Gdf: 17 i soggetti coinvolti, tra cui un notaio destinatario di una misura cautelare di sospensione dell’attività per sei mesi. Dal traffico truffaldino di cappelle nel cimitero di Napoli, che sta portando stamane all’esecuzione di misure cautelari, perquisizioni e sequestri, emerge anche un danno patrimoniale per il Comune, stimato in 3 milioni e 200 mila euro. Il regolamento dei servizi cimiteriali vieta infatti la compravendita tra privati di cappelle funebri: i titolari, in caso di rinuncia, sono tenuti a informare il Comune affinché possa provvedere alla riassegnazione pubblica dell’area e alla riscossione del prezzo della nuova concessione. I militari della sezione di polizia giudiziaria della Gdf stanno eseguendo perquisizioni, sequestri – di una cappella e di quattro nicchie – e le misure cautelari emesse dal gip di Napoli Roberto D’Auria. L’inchiesta, condotta dalla procura partenopea a partire dal 2012, ha fatto emergere un’associazione per delinquere che coinvolgeva due imprenditori del settore funerario e un notaio, Filippo Improta, che secondo l’accusa si sarebbe prestato alla compilazione di atti falsi per la vendita delle cappelle.

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