Ho consegnato spontaneamente questa mattina il mio computer agli organi inquirenti”. Lo dice in una nota il deputato napoletano del PdL e componente della commissione parlamentare antimafia, Amedeo Laboccetta. Il parlamentare aveva portato via il pc durante la perquisizione su mandato dei pm milanesi dell’ufficio romano di Francesco Corallo, nell’ambito delle inchiesta sulla Bpm. “Poiche’ il paese in questo momento ha questioni ben piu’ importanti da affrontare – aggiunge – ho inteso in questo modo, con atto autonomo, mettere fine ad una querelle sterile ed inutile, artatamente alimentata da alcuni.

I cittadini sono molto preoccupati per la crisi e per i provvedimenti in materia di liberalizzazioni che il Governo vuole adottare. Il parlamento potra’ risparmiare anche il tempo del dibattito destinato alla vicenda del mio computer, e concentrarsi completamente sull’affrontare vicende piu’ cogenti e delicate da cui deriva il futuro del nostro paese”. Alcuni giorni fa la giunta per le Autorizzazioni della Camera aveva votato parere positivo alla richiesta di acquisire il pc dei magistrati meneghini.

 

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